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FONDAZIONE ARENA DI VERONA, MENDELSSOHN E PONCHIELLI RIAPRONO LA STAGIONE SINFONICA

Tempo di lettura: 3 minuti

La Stagione Sinfonica della Fondazione Arena di Verona riprende esattamente da dove si era interrotta in febbraio, e lo fa con il grandioso affresco shakespeariano del Sogno di una notte di mezza estate di Mendelssohn, che domina il concerto preceduto dalle onde atlantiche dell’Ouverture Le Ebridi. Tra queste vette della musica romantica sono proposte due pagine rare, affidate al dialogo tra due clarinetti e l’orchestra: il Konzertstück n. 2 dello stesso Mendelssohn e Il Convegno di Amilcare Ponchielli. Solisti di questo primo appuntamento, realizzato in collaborazione con l’Accademia Filarmonica di Verona, sono le prime parti dell’Orchestra areniana Giampiero Sobrino e Stefano Conzatti, mentre torna sul podio il direttore milanese Pietro Borgonovo. 

In questo delicato momento Banco BPM ha deciso di sostenere ancora una volta la Fondazione Arena, come fatto in occasione della rassegna Verona in Musica conclusasi con grande successo pochi giorni fa, invitando gratuitamente il pubblico a questo primo concerto autunnale, con l’obiettivo di promuovere e sostenere la diffusione della grande musica. Banco BPM è infatti sponsor ufficiale della Stagione Artistica al Filarmonico da ben undici stagioni consecutive e con questo ulteriore sostegno, in continuità con i principi solidaristici che lo contraddistinguono, Banco BPM conferma la volontà a supportare la promozione della cultura in tutte le sue espressioni e partecipando così attivamente al fermento della nostra città.

Con il suo moto ondeggiante potente e iconico, l’Ouverture Le Ebridi proposta in apertura del concerto deve la sua perfezione formale alle numerose limature e revisioni che si sono succedute dalla prima bozza del 7 agosto 1829, fino agli ultimi ritocchi per la stampa del 1833, dopo la prima esecuzione londinese il 14 maggio 1832 alla Filarmonica di Londra. La stesura dell’ouverture iniziò proprio durante un viaggio del compositore alle isole Ebridi, a largo della Scozia, terra ispiratrice di quella che sarebbe diventata anche la terza sinfonia: il brano ne conservò la poesia dei temi, soprattutto quello ricorrente dell’inizio e della fine che suggerisce il mormorio delle onde dentro la grotta (la composizione è nota anche con l’altro titolo La Grotta di Fingal, forse tuttora la più nota tra le coste scozzesi, dal nome dell’eroe ossianico). La costruzione elaborata e al tempo stesso chiarissima, unita alla felicità melodica immediata, la rende un esempio illustre delle pitture marine care a Mendelssohn nonché uno dei brani da concerto più amati in assoluto. 

Agli inizi degli anni Trenta, Mendelssohn (1809-1847) compose poca musica da camera, poiché si dedicò soprattutto alla composizione sinfonica e all’oratorio. A questi anni appartengono due Konzertstück (letteralmente “pezzi da concerto” in fa minore op. 113 e in re minore op. 114) per clarinetto, corno di bassetto e pianoforte, composti nel 1832-1833 per i due virtuosi del clarinetto Heirich e Carl Bärmann. Il Konzertstück n. 2 in re minore op. 114 qui presentato è un pezzo virtuosistico con la struttura in tre movimenti propria del concerto strumentale, ma con la differenza che i tre movimenti sono ridimensionati rispetto a quelli del concerto strumentale solistico e interconnessi, in modo da susseguirsi senza soluzione di continuità. L’utilizzo da parte di Mendelssohn della struttura del Konzertstück, usata precedentemente da Weber in alcuni lavori pianistici e non solo, è dettata da alcuni esperimenti musicali che il compositore stava effettuando nel periodo della sua giovinezza per lasciar spazio in breve tempo ad una completa maturazione stilistica.

Il compositore cremonese Amilcare Ponchielli (1834-1886) acquisì notorietà solamente nel 1878, grazie al successo dell’opera La Gioconda. Da giovane Ponchielli ebbe una serie di difficoltà e delusioni dovute a mancate nomine musicali e finché la sua aspirazione a scrivere opere non venne realizzata, assunse vari incarichi come organista e direttore d’orchestra. Il Convegno venne composto dieci anni prima della ribalta ottenuta con il suo melodramma più celebre, nel 1868, quando Ponchielli era direttore della Banda Musicale di Cremona, ed è dedicato agli amici A. Peri e M. Sacchi, protagonisti della prima rappresentazione sotto la direzione del compositore. Per questa esecuzione veronese il dialogo solistico è affidato ai due clarinettisti Giampiero Sobrino e Stefano Conzatti, prime parti dell’Orchestra della Fondazione Arena. Sobrino, che vanta un’attività artistica decennale e collaborazioni stabili con i più grandi direttori e compositori dei nostri tempi, è anche protagonista di prime esecuzioni assolute di compositori contemporanei come Colla, Galante e Bacalov. Al suo fianco è impegnato il collega Stefano Conzatti, che da oltre 30 anni ricopre a Verona il ruolo di primo clarinetto, la cui attività spazia dal repertorio tradizionale alle composizioni contemporanee in una ricca collaborazione con numerose orchestre italiane. Sul podio, in sostituzione di Francesco Cilluffo previsto per il concerto del 28-29 febbraio, torna Pietro Borgonovo, direttore d’orchestra e affermato musicista, nonché direttore artistico della Giovine Orchestra Genovese e del Concorso Internazionale di Musica “Gian Battista Viotti” di Vercelli. 

La seconda parte del concerto propone Sogno di una notte di mezza estate op. 61, una suite delle musiche di scena per l’omonima commedia shakespeariana, aperte da una celebre ouverture composta nel 1826 da Mendelssohn appena diciassettenne, sempre su ispirazione shakespeariana. Nonostante la ritrosia dell’autore nel comporre una suite per l’opera, nel 1843 accettò l’incarico su commissione di Federico Guglielmo IV, e la prima esecuzione assoluta avvenne già il 14 ottobre dello stesso anno al Neues Palais di Potsdam nella traduzione di Wilhelm August von Schlegel. 

A dar voce alle fate saranno le sezioni femminili del Coro dell’Arena, con la partecipazione nei ruoli solisti delle Artiste del Coro Manuela Schenale e Alessandra Andreetti.

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