Da giovedì 2 a domenica 5 settembre si torna in sala con Le gattoparde – L’ultima festa prima della fine del mondo di Nina’s Drag Queens: il primo appuntamento del mese di settembre, a conclusione della programmazione estiva, in attesa dell’avvio della nuova stagione.
La compagnia, che nasce nel 2007 all’interno del Teatro Ringhiera di Milano, porta avanti da anni un lavoro di rilettura di grandi classici della letteratura, per reinterpretarli con il travestimento. Un rovesciamento dei generi che rende ben visibili le contraddizioni sociali. I loro lavori sono caratterizzati da un disequilibrio costante, dove si rincorrono forza e fragilità, melodramma e commedia, sarcasmo ed emotività.
Lo spettacolo prende il nome da uno dei più noti romanzi della letteratura italiana, il capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo, considerato, come lo definisce la compagnia, “un monumento italiano”.
«Il libro e poi il film di Luchino Visconti sono infatti parte del nostro immaginario – spiegano le Nina’s Drag Queens – una grande icona della nostra cultura: il racconto grandioso e decadente di un paese che non cambia, che non si solleva dal pantano della corruzione; ma che continua ad andare avanti. Al tempo stesso, è anche un viaggio personale, il tentativo di cristallizzare memorie altrimenti perdute e dare voce alle ragioni dei vinti».
Le gattoparde non è un vero e proprio adattamento teatrale del romanzo, ma uno spettacolo ibrido che mescola in una dimensione festiva e ironica, teatro, musica e tradizioni popolari, con l’intento di dare vita a un’opera originale, non catalogabile.
«Nella nostra ricerca – prosegue la compagnia – è centrale il dialogo con un “oggetto” preesistente, da usare come lente per osservare la realtà; un oggetto da reinventare, attraverso un gioco scenico che crea accostamenti musicali e testuali inaspettati. In questo caso abbiamo scelto la via del tradimento e siamo approdati a una scrittura originale, costruita sui ragionamenti e sulle emozioni suscitati dal pensare all’Italia di oggi.
Il nostro spettacolo è una commedia, una grande festa cui è invitato tutto il paese, in un caleidoscopio di piccole e grandi mostruosità umane: un ballo lungo tutta una vita e tutta una Storia, un eterno e ciclico presente che non trova sbocchi, la trappola di una bellezza mortale che addormenta le coscienze, una continua rivoluzione mancata».
In uno spazio scenico essenziale, le drag queen si offrono alla vista, “smaccate ed eccessive”, creature ibride, caratterizzate da una compresenza di segni maschili e femminili, avvolte da canzoni, danze, marcette, barocco siciliano e pop dal ritmo scatenato.