Lo spettacolo nasce parlando dell’uomo. E ancora oggi lo fa mettendo in risalto luci e ombre della società, offrendo uno spaccato interpretativo tanto immaginario quanto realistico del mondo che ci circonda.
È uno strumento che ancora oggi è in grado di mettere in risalto luci e ombre della società, offrendo uno spaccato interpretativo tanto immaginario quanto realistico del mondo che ci circonda.
È l’idea che lo spettacolo non rimanga chiuso nei suoi testi e nei suoi luoghi, ma si apra e dialoghi costantemente con il tempo nel quale è calato, a far muovere i primi passi di Calibano: il nuovo periodico realizzato dal Teatro dell’Opera di Roma in collaborazione con la casa editrice effequ.
Non una rivista di musica, ma di attualità culturale (cultural studies) che racconta la musica e lo spettacolo attraverso una riflessione continua e approfondita sui temi più profondi della nostra società.
“Spesso tutti noi ci troviamo a scorrere le informazioni in modo rapido, senza approfondire” spiega Paolo Cairoli, direttore della rivista. “Con Calibano vorremmo per una volta di fare il contrario: fermarci e riflettere, studiare e magari scoprire cose nuove”.
Paolo Cairoli
Partire dallo spettacolo quindi, da un suo aspetto, per poi scorporarlo e approfondirlo in tutte le sue declinazioni, per indagarne le dimensioni che lo costituiscono ma anche gli effetti e le conseguenze a livello sociale e culturale.
“Calibano di fatto non parla di spettacolo in sé, ma parla di tutto ciò che lo spettacolo suscita come temi di dibattito. Temi attualissimi, universali” dichiara Francesco Quatraro, direttore di effequ.
Francesco Quatraro
La rivista parte proprio da questo punto: attualizzare la fruizione della forma artistica coniugandola al passato e al presente, mostrandone la vivacità e la contemporaneità. In questo Calibano si inserisce esattamente a metà strada tra il mondo dello spettacolo dal vivo e quello dell’editoria.
“Cercare spazio significa inventare qualcosa di nuovo, e quindi crearlo. L’editoria fa questo: va a coprire quello spazio per parlare di temi che hanno a che vedere con l’ambito culturale”.
Francesco Quatraro
l progetto, realizzato con la collaborazione con il master di giornalismo dell’Università LUISS di Roma, si pone come trait d’union tra innovazione e tradizione. Ne è un esempio la presenza delle illustrazioni interne presenti ogni numero create da artisti che lavorano con le intelligenze artificiali text-to-image.
“L’utilizzo dell’intelligenza artificiale è nata come un esperimento. L’idea è venuta guardando cosa succedeva attorno a noi sui social media” racconta Alissa Balocco, studentessa membro della redazione di Calibano. “Era bello far poter passare il messaggio di unire due cose che sembrerebbero opposte: l’opera, che spesso viene associata a qualcosa di passato, di altro tempo, con l’innovazione digitale, quindi una cosa più attuale e innovativa”.
Alissa Balocco
Calibano è realizzato dall’Opera di Roma e da effequ, in collaborazione con il master di giornalismo dell’Università LUISS di Roma. La redazione, diretta da Paolo Cairoli, è composta da Christian Raimo, Cosimo Manicone, Giuliano Danieli, e dagli studenti Alissa Balocco, Caterina di Terlizzi Benassati e Matteo Giusto Zanon.
