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IA Mleto - Foto del teatro Stabile di Bolzano

Teatro, Tecnologia e spettacolo

A Bolzano l’intelligenza artificiale arriva a teatro

Presentato a Roma nella sede della provincia autonoma di Bolzano “I A Mleto”, il nuovo influencer virtuale per la cultura sviluppato dal Teatro Stabile di Bolzano. Ci parla del progetto Walter Zambaldi, direttore del Teatro.

Tempo di lettura: 2 minuti

L’intelligenza artificiale arriva a teatro. Ma né da spettatore né tantomeno come sostituto delle maestranze dello spettacolo, ma come strumento al loro servizio.

Si chiama “I A Mleto” il nuovo progetto programmata a suon di testi di Shakespeare e canzoni trap realizzato dalla Provincia Autonoma di Bolzano – Alto Adige insieme al Teatro Stabile di Bolzano.

Un nuovo strumento non al servizio del singolo ente teatrale, ma un progetto pilota nato per attirare e raccontare al pubblico una nuova idea di teatro: più aperto, pubblico e di prossimità, che non si limita all’autonarrazione e che investe sulla cooperazione dei settori dello spettacolo.

Come ci racconta Walter Zambaldi, direttore Teatro Stabile di Bolzano:

Com’è nato il progetto “I A Mleto”?

«Il progetto nasce da un confronto costante con la provincia autonoma di Bolzano alla ricerca di nuove possibilità di amplificare la narrazione di un’idea di teatro pubblico e di politica culturale a servizio della comunità. Dopodiché abbiamo preso in mano la palla e abbiamo costruito questo progetto, mettendo insieme dei mondi apparentemente incompatibili».

Perché avete pensato proprio all’intelligenza artificiale come strumento?

«Ci sono degli ambienti, come alcune piattaforme digitali, che vengono ritenute dei luoghi non toccabili dalla cultura, perché concepite solamente come strumenti di marketing o comunque governate da tempi e logiche non adatte al nostro settore.Per questo motivo abbiamo provato a sondare proprio quegli spazi, per sperimentare come una pubblica amministrazione e un teatro possano perlustrare nuove strade per la comunicazione e la narrazione della cultura. Nel farlo abbiamo deciso di creare un personaggio virtuale che non fosse uno strumento di promozione delle attività del teatro, ma un progetto pilota che possa essere utile anche ad altri teatri in futuro».

Che reazioni vi aspettate da parte del pubblico di Bolzano, ma non solo, se si allargherà ad altri territori?

«Abbiamo pensato a un progetto in grado di allargarsi e di espandersi, fino a poter essere utilizzato da qualcun altro. Quello che abbiamo fatto è stato realizzare una “startup”, che permetterà a chi verrà dopo di noi di abbattere i costi iniziali di produzione e di poter lavorare sul progetto con un’ottica partecipata».

Utilizzare nuovi linguaggi di comunicazione è sufficiente per avvicinare un nuovo pubblico? O è un punto di partenza?

«Il progetto è un punto di partenza, ma non è sufficiente. Superato il momento di avvicinamento al teatro, bisogna offrire al pubblico delle nuove possibilità e soprattutto non lasciarlo deluso da quello che troveranno una volta varcate le sale.
Il cuore sta tutto nel lavoro produttivo, organizzativo e negli spettacoli che ospitiamo all’interno delle nostre stagioni.
Credo fermamente che per innamorarsi del teatro sia necessario in qualche modo “inciamparvi sopra”, perché poi si scoprono diverse forme di teatro, che possono appartenere a chiunque».

E per quanto riguarda i giovani?

«In provincia di Bolzano il TSB organizza da oltre 30 anni le stagioni per le scuole. Attualmente coinvolge 45mila studenti l’anno ed è un progetto che prevede la totale gratuità del teatro. Dalla scuola d’infanzia fino all’università, crediamo fortemente che il teatro debba essere un luogo accessibile e disponibile a chiunque. Negli ultimi anni poi, la presenza degli spettatori Under 26 è praticamente raddoppiata in tutte le nostre stagioni».

Quali sono invece i limiti che bisogna porre all’impiego dell’intelligenza artificiale nel mondo dello spettacolo? 

«La tecnologia, com’è sempre successo, può essere un valido strumento di aiuto allo spettacolo. Ovviamente al progresso culturale e tecnologico seguono dei processi di evoluzione e di adattamento, anche per quanto riguarda le professioni e le maestranze. La sfida sarà capire questi mutamenti, assorbirli e adattarsi ai nuovi processi.
Il teatro è una forma di incontro antichissima e sono convinto che resterà per sempre irrinunciabile. L’esibizione dal vivo, il qui e ora, la ritualità può anche essere imitata da un’intelligenza artificiale, ma non perderà mai il fascino e la sua missione».

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