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UN CAFFE’ CON LEONARDO BARRILE

Tempo di lettura: 4 minuti

Dal 23 dicembre è disponibile su Amazon Prime Video Gascoigne, il documentario biografico sul campione del calcio inglese, distribuito da 102 Distribution e Samarcanda Film, in collaborazione con la S.S. Lazio. L’intervista a Leonardo Barrile, produttore di Samarcanda Film.

Che legame intercorre tra cinema e sport?

Solitamente le storie di calcio rappresentate al cinema risultano simili avventure epiche, il lato umano dei protagonisti non emerge molto. Nel caso del biopic su Gascoigne è il racconto di un antieroe: Paul è una figura che vive dei limiti di un talento forse troppo grande per vivere nel corpo di un uomo. Questo ponte tra quella che è la narrazione epica e il lato umano è molto fisico, e il cinema lo racconta al meglio. Gascoigne non ha avuto dal calcio quello che si meritava, il talento non è stato accompagnato da una capacità di evitare le sregolatezze che la vita può mettere davanti. Il biopic racconta di un uomo che non è riuscito a vincere le sue debolezze e il cinema è il mezzo che aiuta ad avere un’anatomia della persona in quanto tale. Il racconto cinematografico serve a questo, la figura del Gazza viene fuori in modo molto crudo per quello che era: un campione maledetto.

L’uscita del biopic su Gascoigne su una piattaforma streaming è stata una scelta obbligata? Prevedete un’eventuale uscita nei cinema quando riapriranno?

Avevamo lavorato a un piano di marketing con la Società Sportiva Lazio, la figura di Gascoigne doveva essere raccontata nel nostro paese. Inizialmente avevamo in mente di fare diverse première nei cinema, invitando come ospiti speciali i giocatori della Lazio e i calciatori campioni degli anni ‘90, possibilmente anche lo stesso Gascoigne. Speravamo di far incontrare il Gazza con Alessandro Nesta, che il 7 aprile 1994 durante un allenamento gli ruppe tibia e perone costringendolo al ritiro per un anno. A causa della situazione pandemica non è stato possibile attendere ulteriormente la distribuzione in sala e abbiamo optato per l’uscita sulla piattaforma streaming Amazon Prime Video. Quando riapriranno i cinema la nostra idea sarà quella di proporre il biopic in concomitanza con ricorrenze legate a Gascoigne, laddove le circostanze lo permettessero.

I canali di distribuzione del docu-film dal 2015 a oggi. Dov’è uscito? Che riscontro ha avuto in termini di pubblico, critica e botteghino?

Alla fine del 2015 il biopic venne distribuito in moltissime sale del Regno Unito, riscuotendo moltissimo successo grazie anche al ritorno in scena di Gascoigne, che si era da poco ripreso da una situazione critica.  Dopo i cinema venne trasmesso sulle maggiori reti televisive britanniche come BBC e Channel 4, ottenendo ugualmente enorme successo. In Italia il film ebbe un anteprima nel 2018 a Cinecittà per pochi intimi, ma non venne distribuito nel paese probabilmente per l’eccessiva sregolatezza di Gascoigne. Il giudizio morale credo abbia pesato molto sulla sua figura. Nel febbraio 2020 Samarcanda Film ha avuto la possibilità di acquistare il biopic, a settembre abbiamo tentato le strategie di promozione in accordo con la Lazio e poi il lockdown ci ha fatto optare per l’uscita su Amazon Prime Video.

I biopic stanno prendendo molto piede in questi ultimi anni, grazie anche a piattaforme come Netflix. Sono soltanto una moda o anche un approfondimento culturale?

Sicuramente la maggior parte sono un approfondimento culturale. Il loro essere moda scaturisce dal buon riscontro commerciale che hanno, ma ciò avviene poiché uniscono narrazione e nostalgia. Grazie a questi due elementi hanno un grande appeal verso il pubblico, al quale viene raccontato un certo contesto storico che è passato ma che fa parte di tutti noi. Attraverso una storia del passato i biopic riescono a emozionare e far ricordare quei tempi. Il cinema deve anche essere nostalgia, la capacità di ricordare una parte della propria vita è una delle magie del cinema sulla quale bisogna puntare anche dal punto di vista commerciale. Un film senza una suggestione emotiva non può reggere la sala cinematografica.

Avete altri progetti in mente per il futuro? Potete anticipare qualcosa?

Dal punto di vista calcistico no, per il futuro non posso anticipare niente. Posso però dire che da sei anni Samarcanda Film si è contraddistinta per la sua linea editoriale fondata su storie di viaggio, non sempre fisico, attraverso le quali il pubblico può ritrovare aneddoti, racconti o un contesto coi quali interfacciarsi e acculturarsi. Cultura e intrattenimento sono i nostri caratteri fondanti. L’anno scorso abbiamo prodotto Sogno di grande nord, un film con lo scrittore di Paolo Cognetti (Premio Strega 2017 per Le otto montagne) dove viaggiava dalle Alpi all’Alaska sulle orme dei suoi maestri letterari. Abbiamo utilizzato la figura di Paolo Cognetti e il suo viaggio per narrare al grande pubblico i grandi scrittori americani. Il cinema, così come la televisione, dovrebbero inseguire questo obiettivo, non solo intrattenimento, anche cultura. Sperimentando verso il racconto culturale il pubblico e la critica rispondono bene. Il cinema deve difendere un certo tipo di prodotto, anche i produttori devono inseguire la cultura oltre al profitto. La cultura vista attraverso l’esperienza della sala cinematografica è insostituibile, rimane qualcosa di unico che va difeso. Dobbiamo tornare ad avere attenzione per il cinema, inteso non solo come settore ma come arte.

Scritto da

Pisano di nascita e romano d'adozione. Da diversi anni ho sviluppato una grande passione per i film, il cinema e tutto ciò che si lega a esso, dalle origini con Méliès, all'Espressionismo tedesco, fino alla contemporaneità.

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