Lockdown e coprifuoco aumentano la stizza e scatenano la fantasia di una delle voci più mordaci della stand up comedy italiana, che il 31 ottobre, sul palco del Teatro Martinitt, si diletta a canzonare il genere umano e a evidenziarne i difetti e le colpe che la pandemia ha smascherato. Alla faccia di “ne usciremo migliori”.
Ad aprire la minirassegna di stand-up comedy, che esordisce nella locandina indoor del tempio milanese della comicità, è Giorgio Montanini, con il suo ultimo spettacolo UNDICEXIMO, che già aveva incantato il pubblico dell’arena estiva.
Autore e attore dalle frequenti incursioni televisive, voce graffiante e sempre applaudita della stand up italiana, a grande richiesta ripropone un titolo che, al di là del banale riferimento alla sua produzione artistica, nasconde un messaggio ben preciso nonché la consapevolezza di aver chiuso un percorso per iniziarne un altro.
Il nuovo monologo -nato dall’atmosfera particolare ed epocale da pandemia che stiamo vivendo e, in particolare, dalle sue fasi più buie, tra cui il coprifuoco che venne imposto per combattere il Covid 19– racconta il cambiamento a livello universale. Il virus ci ha smascherati: siamo venuti fuori per quello che realmente siamo. In tutto il pianeta, l’uomo si è dimostrato inconsapevole, inadeguato e indifeso. Tutti deludenti, senza esclusione alcuna. Come popolo, come individui. Quella che è andata in scena, insomma, è una resa incondizionata che non risparmia nessuno e non contempla eccezioni. Proprio come le battute impietose di Montanini.