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Marco Parri. Orgoglio e responsabilità del Presidente di Federvivo

Tempo di lettura: 4 minuti

LDL: Marco Parri: nuovo presidente di Federvivo da una manciata di giorni. Quali sono le linee programmatiche del suo mandato?

MP: Intanto mi fa piacere dire che ho accolto con grande emozione l’elezione alla presidenza di Federvivo, una elezione avvenuta per acclamazione. Ci tengo a sottolineare che si è trattato di un’elezione, e non di una nomina, come è stato detto in alcune interviste. C’è una differenza importante e mi fa piacere sottolinearla.

Un’elezione democratica decisa da 22 rappresentanti di Associazioni interne ad Agis e che fanno parte di Federvivo, che rappresentano a loro volta quasi 500 imprese di spettacolo dal vivo appartenenti a vari comparti del settore, da Nord a Sud.

L’incarico mi emoziona, e sono consapevole che si tratti di un ruolo importante e complesso, anche perché succedo a un presidente come Filippo Fonsatti che ha tenuto a battesimo Federvivo e l’ha condotta anche attraverso un periodo difficile come quello della pandemia in modo eccellente.

La prima cosa che tengo a sottolineare è che la mia presidenza si porrà in continuità con quella esperienza e nella condivisione con tutti i soci di tutte le iniziative che intraprenderemo. Ci porremo in continuità anche nelle relazioni con il Ministero, che è il nostro principale interlocutore e sostenitore. Sono certo che anche con il nuovo governo, nello specifico col nuovo Ministro della cultura, avremo modo di riqualificarci e ripartire dopo questo periodo così complesso; un periodo che abbiamo affrontato con efficacia in tutti gli ambiti di spettacolo rappresentati da Federvivo. A queste difficoltà vanno aggiunte le incognite di tante situazioni in divenire: penso ad esempio al codice dello spettacolo.

LDL: Un momento di passaggio istituzionale è sempre molto importante. Quali sono a parere di Federvivo le priorità a cui dovrebbe dedicarsi il nuovo governo nel campo della cultura?

MP: Innanzitutto è prioritario capire quali sono le intenzioni del governo rispetto al codice dello spettacolo: il nuovo ministro rispetterà le scadenze stabilite dal suo predecessore o si intende intervenire in qualche modo, facendo ripartire l’iter istituzionale da capo? In questo dovremo essere bravi noi rappresentanti del settore a far comprendere al Ministro quali sono le priorità del mondo dello spettacolo. Penso ad esempio ai decreti attuativi con cui stiamo già lavorando con il Direttore generale dello Spettacolo Parente, come l’osservatorio dello spettacolo, su cui noi abbiamo indicato delle linee. Federvivo e Agis negli ultimi mesi hanno già suggerito delle linee di indirizzo, che sono dei desiderata rispetto ai decreti attuativi. Tutto questo dialogo andrà fatto con il nuovo ministro, dal momento che ci sono delle decisioni politiche, relative alla politica culturale, che andranno prese. Quindi attendiamo.

LDL: Come pensa debba essere articolata la ripartenza dei settori in vista di alcuni momenti determinanti come la riapertura dei teatri in autunno?

MP: Voglio sottolineare un aspetto di grande proattività dello spettacolo dal vivo in questi due anni di pandemia trascorsi.

La maggior parte delle imprese culturali sono ripartite appena possibile con la presenza del pubblico, e quando ciò non è stato possibile attivando servizi di streaming. Oggi, nonostante il persistere di alcune incertezze relative al Covid e soprattutto ai problemi relativi al costo dell’energia che ha creato già da diversi mesi grossi disagi economici alle imprese dello spettacolo, siano esse proprietarie o affittuarie di spazi, c’è stata grande resilienza e grande proattività di tutto il comparto.

Questi incrementi, che si ripercuotono su tutta la filiera, non hanno smorzato il fermento che aleggia nelle imprese culturali, né compromesso la loro voglia di ripartire con programmazioni di livello che possano incontrare il riscontro del pubblico. Questo lo vedremo alla prova dei conti alla fine della stagione: di certo i risultati estivi sono stati estremamente positivi e i riscontri, da quanto ho appurato nel confronto con diversi colleghi in giro per l’Italia, sembrano incoraggianti anche riguardo agli abbonamenti per la stagione invernale.

LDL: Lei è da poco rientrato da Lucca, dove ha partecipato alla diciottesima edizione di LuBec 2022 – Lucca Beni Culturali, un momento di grande rilievo per il mondo della cultura nel suo complesso. Quali suggestioni porta con sé, che intende traferire nell’esercizio del suo mandato, dopo questi due giorni di confronto? 

MP: Per cominciare, voglio evidenziare come il LuBec si contraddistingua sempre per la grande partecipazione e la qualità del programma. Nel corso di questa edizione mi ha molto colpito la ricerca condotta da LuBec sui dati dell’occupazione, in particolare giovanile, nel mondo dello spettacolo, sia nel campo dell’autorialità sia del palcoscenico. Questo è un argomento fondamentale.

Tutto il mondo dello spettacolo ha sofferto nel corso della fase pandemica, e il timore c’è ancora. Occorre dare fiducia, soprattutto ai giovani, rispetto alle possibilità di un futuro nel mondo dello spettacolo. Questa prospettiva, emersa al LuBec 2022, mi ha sinceramente entusiasmato e stimolato delle idee per rafforzare il ricambio generazionale. Nei giovani è cambiato l’approccio al lavoro “stabile”: c’è più voglia, rispetto al passato, di maturare esperienze, di confrontarsi in contesti diversi, di affrontare il lavoro come percorso di crescita personale.

I manager culturali hanno potuto toccare con mano questo cambiamento: ad esempio capita che anche i vincitori di concorsi che consentono l’ingresso in organici stabili, dopo qualche tempo sentano l’esigenza di misurarsi con nuove realtà e rinunciano per questo al posto stabile. Questo elemento di novità deve farci pensare e confrontare all’interno delle nostre Associazioni.

Sicuramente nei prossimi mesi Federvivo stimolerà una riflessione sulla questione, anche attraverso il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali. Forse occorre riorganizzare il mondo del lavoro e rivedere i contratti alla luce di queste nuove esigenze. Mi riferisco ad esempio all’opportunità di contemplare percorsi di scambio negli organici. Oppure, e questa vuole essere soltanto una suggestione “utopica”, provare a rivedere le attività occupazionali nelle imprese culturali attraverso il loro coordinamento e collegamento, come se si trattasse di una sola impresa, in modo da offrire possibilità a chi entra nel nostro mondo di scegliere e muoversi al loro interno, offrendo così ai giovani assunti di misurarsi con diverse realtà con maggiore libertà e possibilità di maturare esperienze diverse in tutta Italia.

Auspico per il futuro una maggiore condivisione delle idee, del lavoro, dello sviluppo, della collaborazione affinché le persone si sentano sempre più a loro agio nel lavoro. Stare bene con il lavoro è fondamentale per il benessere della persona, e noi dobbiamo lavorare per questo.

LDL: Una considerazione per concludere?

MP: Ci terrei a esplicitare che sono il presidente di tutti. Provengo certamente dal mondo della musica, ma ho accettato questo incarico perché i rappresentanti di tutto il settore, danza, teatro, circo contemporaneo mi hanno chiesto di assumere questo incarico. Questo mi rende molto orgoglioso ma anche conscio della responsabilità di rappresentare al meglio tutti i generi dello spettacolo dal vivo.

Scritto da

Direttrice editoriale. Musicologa, project manager, consulente editoriale per Istituzioni culturali.

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