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Musica e giovani talenti portano l’Italia in Marocco e nel mondo

Tempo di lettura: 2 minuti

Tre pianisti, un violinista, una violoncellista e un fisarmonicista. Si chiamano Gennaro CardaropoliAlberto FerroEmanuela MosaSimone SgarbantiTommaso Boggian e Lorenzo Albanese i sei protagonisti dell’edizione del “Festival Giovani Talenti Musicali Italiani nel Mondo” di quest’anno.

Dall’8 al 16 febbraio, l’Italia e il Marocco hanno suonato insieme nelle città di Casablanca, Fès e Ifrane

Una rassegna di 9 concerti, organizzati dall’Istituto Italiano di Cultura di Rabat e dal CIDIM (Comitato Nazionale Musicale Italiano) con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia nel Regno del Marocco e la collaborazione in Marocco del Consolato Generale d’Italia a Casablanca, della Dante Alighieri di Casablanca, della Fondation Esprit de Fès e l’Al Akhawayn University di Ifrane e in Italia della SIAE progetto Per chi crea, dell’Accademia Musicale Chigiana e della Fondazione Internazionale Incontri con il Maestro di Imola.

«Esportare nella sale concertistiche del Marocco la ricchezza del repertorio strumentale italiano eseguito da alcuni tra i migliori giovani musicisti del Paese e promuovere la conoscenza della nostra lingua attraverso master classes nelle più prestigiose agenzie di formazione e Università marocchine: questo il duplice obiettivo del Festival» ha dichiarato il Vicepresidente del CIDIM e Presidente dell’AIAM Francescantonio Pollice.

Dalle note barocche alle pagine più contemporanee di Piovani e Morricone: i giovani musicisti si sono cimentati in alcuni dei repertori appartenenti ai compositori italiani (e non solo), tra cui Giuseppe Verdi, Gioacchino Rossini e Ottorino Respighi.

Il compito di chiudere l’edizione di quest’anno sono stati affidati al fisarmonicista Lorenzo Albanese, allievo del maestro Mario Stefano Pietrodarchi, diplomatosi al Conservatorio Statale di musica Fausto Torrefranca di Vibo Valentia.

Un Festival che ha raccolto un grande successo dalla comunità internazionale presente in Marocco, e non solo per la qualità proposta nella rassegna artistica.

«L’Italia e Marocco condividono affinità culturali molto forti derivanti da una comune storia mediterranea e da scambi artistici e intellettuali millenari» ha sottolineato l’Ambasciatore d’Italia nel Regno del Marocco Armando Barucco.

Esprime la sua soddisfazione anche il Consigliere d’Ambasciata Marco Maria Cerbo: «La musica rappresenta un eccezionale viatico per la diplomazia culturale. Il suo linguaggio universale e il talento degli artisti italiani che animano il Festival offrono un prezioso contributo al dialogo tra Paesi, e al racconto della lingua e della cultura italiana all’estero».

Centrale è stato il ruolo dell’Istituto Italiano di Cultura di Rabat, come luogo privilegiato di aggregazione e di dialogo per la cultura e lo spettacolo, ma anche come simbolo dell’Italia nel mondo. La direttrice dell’IIC Carmela Callea ha infine sottolineato come «i giovani interpreti italiani protagonisti del Festival con le loro note ci ricordano che la Musica, in un mondo schiacciato dai rumori, insegna a comunicare senza parole e, soprattutto, ad ascoltare».

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