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IN ATTESA DELLA RIAPERTURA: QUARTO POTERE DI ORSON WELLES

L’importanza di Quarto Potere per la cinematografia mondiale è da ritrovarsi non tanto nella sceneggiatura, bensì nella rivoluzione che Orson Welles attua delle principali caratteristiche del cinema classico, creando il primo esempio di cinema moderno

Tempo di lettura: 7 minuti

Dopo otto anni dal suo debutto negli Stati Uniti, il 19 gennaio 1949 nei cinema italiani uscì uno dei migliori film della storia. Lo spartiacque della cinematografia moderna, che ha cambiato per sempre il modo di fare cinema, fondando le tecniche di regia in uso ancora oggi: Quarto Potere di Orson Welles.

Quarto Potere è un film del 1941 diretto da Orson Welles e scritto dallo stesso regista insieme a Herman J. Mankiewicz. Liberamente ispirato alla vita del magnate dell’editoria William Randolph Hearst, Quarto Potere è il primo lungometraggio del venticinquenne Welles, che ricopre più ruoli: produttore, sceneggiatore, regista, soggettista e attore protagonista (tra l’altro truccandosi da solo per interpretare il vecchio Kane).

Per la sua storia originale e toccante, la sua tecnica di narrazione avanguardistica in grado di ripercorrere una vita attraverso delle interviste e le sue innovazioni registiche che hanno cambiato il cinema, Quarto Potere è, se non il miglior film della storia del cinema, sicuramente il più importante.

«L’AMORE FU PER LUI UNA MOLLA […] L’UNICA COSA CHE ABBIA MAI CERCATO È L’AMORE E IL SUO DRAMMA È DI NON AVERLO OTTENUTO PERCHÉ, VEDE, LUI NON AVEVA DA DARNE»

Nel 1941 il più grande magnate dell’editoria statunitense, il vecchio Charles Foster Kane (Orson Welles), si trova sul letto di morte nel suo palazzo di Candalù, in Florida. Stringendo tra le mani una palla di vetro, Kane sussurra la parola “Rosabella” e muore. Il direttore di un cinegiornale, insoddisfatto del necrologio di Kane, incarica il giornalista Jerry Thompson (William Alland) di scoprire il significato delle ultime parole del defunto magnate. Il signor Thompson inizia la sua ricerca dalla ex moglie di Kane, Susan Alexander (Dorothy Comingore), la proprietaria di un night club ormai alcolizzata, che scaccia l’uomo in malo modo senza dare alcuna risposta alle sue domande. Thompson si reca poi nella biblioteca della Fondazione Walter Parks Thatcher, per consultare le memorie del signor Walter Thatcher (George Coulouris), banchiere e tutore di Charles Foster Kane. Nel diario scopre che nel 1871 in una baita nelle Montagne Rocciose del Colorado, Mary Kane (Agnes Moorehead), dopo aver scoperto di essere proprietaria di una ricchissima miniera d’oro, affida il piccolo figlio alle cure del signor Thatcher, per istruirsi e diventare uno degli uomini più ricchi del mondo. Charles che stava giocando nella neve con uno slittino, appena scoperta la notizia lancia contro il banchiere lo slittino in segno di protesta. Nel 1888 al compimento dei 25 anni, il giovane Kane è cresciuto in forte contrasto col suo tutore, facendosi espellere da numerosi collegi ed esprimendo poco interesse per i suoi soldi o sul come farli fruttare. Di tutti i suoi numerosi possedimenti, Charles si interessa al New York Daily Inquirer, un piccolo giornale newyorkese, del quale il futuro magnate si impossessa assieme ai suoi due soci e amici Bernstein (Everett Sloane) e Jonathan Leland (Joseph Cotten).

Non trovando informazioni su Rosabella nelle memorie di Thatcher, il signor Thompson va a parlare con Bernstein. Quest’ultimo, ricordando Kane con estrema ammirazione, narra la sua scalata al potere come magnate della stampa, portando l’Inquirer a diventare uno dei più importanti giornali americani, concentrandosi sulla stampa scandalistica soprattutto contro. Bernstein racconta della capacità di Kane di influenzare l’opinione pubblica (al punto da far entrare in guerra l’America con la Spagna nel 1898), della sua passione per collezionare migliaia di statue e del suo matrimonio infelice con Emily Norton (Ruth Warrick), nipote del Presidente degli Stati Uniti. Non riuscendo a spiegare cosa sia Rosabella, Bernstein suggerisce al signor Thompson di parlare con Jonathan Leland, il miglior amico di Kane e suo critico drammatico per l’Inquirer. In una casa di riposo, Leland racconta degli screzi tra lui e Charles e di come quest’ultimo abbia conosciuto l’aspirante cantante Susan Alexander, intraprendendo con lei una relazione extraconiugale mentre era candidato a Governatore dello Stato di New York. Sconfitto alle elezioni quando viene resa pubblica la relazione con la “cantante”, Kane divorzia da Emily e si sposa con Susan. Alla nuova moglie fa forzatamente intraprendere la carriera di cantante, costruendole un teatro personale quando questa, a causa delle sue non eccelse doti canore, viene esclusa da tutti i palcoscenici. Durante l’inaugurazione della stagione lirica, Susan dona una performance umiliante e Leland recensisce l’opera stroncandola, litigando per questa ragione con Charles che lo licenzia e non gli parla più. Costretta nonostante tutto dal marito a cantare, dopo numerosi esordi e altrettante umiliazioni, Susan tenta di suicidarsi e Charles accetta che lei interrompa la sua carriera.

Insoddisfatto dalle risposte di Leland in merito a Rosabella, Thompson ritorna da Susan Alexander, la quale spiega come ha vissuto i suoi ultimi anni in compagnia di Kane prima di lasciarlo. Un uomo dittatoriale che preferiva vivere recluso tra le sale di Candalù piuttosto che avere rapporti con il mondo esterno, obbligando la moglie a restare al suo fianco nonostante le sue suppliche di cambiare vita. Dopo anni di oppressione la donna racconta di come abbia lasciato Kane, suggerendo poi al giornalista di intervistare il suo maggiordomo per svelare il segreto di Rosabella. Giunto a Candalù, Thompson riprende il discorso con il servitore del magnate, il quale spiega che subito dopo essere stato lasciato, il signor Kane ha distrutto ogni cosa nella camera della ormai ex moglie, fermandosi alla vista di una palla di vetro con dentro una casetta innevata e pronunciando la parola Rosabella, sentendogliela sussurrare la seconda volta solo nel momento della morte.

Thompson, dichiarato il mistero di Rosabella irrisolvibile, abbandona la ricerca per poi andarsene da Candalù, dove gli inservienti stanno catalogando i beni del magnate defunto, bruciando in una fornace tutti quelli che sono ritenuti inutili. Questa sorte tocca anche a uno slittino, lo stesso che nel 1871 il piccolo Charles aveva lanciato contro Thatcher, il cui marchio è “Rosabella”.

«SE NON FOSSI STATO MOLTO RICCO, FORSE SAREI POTUTO DIVENTARE UN GRAND’UOMO»

Il film è un’enorme critica al capitalismo, al sogno americano e al denaro, che offuscano sentimenti come affetto e amore: mancanze che lo stesso Kane, uno degli uomini più ricchi del mondo, ricorda nei suoi ultimi istanti. Raccontato attraverso diversi generi cinematografici (dentro troviamo il noir, il drammatico, il cinegiornale), Quarto Potere vuole far ricomporre allo spettatore la complessa e sfaccettata personalità di Charles Foster Kane. Dai racconti di chi l’ha conosciuto, il protagonista era allo stesso tempo egoista e filantropo, idealista e abietto, grandissimo e mediocre: il risultato di una vita vissuta lontano dall’affetto, circondato dal potere e dal denaro. Un denaro con cui Kane compra migliaia di statue e oggetti per compensare un vuoto che poteva essere riempito semplicemente dallo slittino di quando era bambino. Una parte di Charles svanisce quando il piccolo deve separarsi dalla famiglia per diventare ricchissimo: tutti i soldi del mondo non hanno potuto ridargli l’amore che ha perduto, ha sempre cercato e non è mai stato in grado di trovare.

L’importanza di Quarto Potere per la cinematografia mondiale è da ritrovarsi non tanto nella sceneggiatura, bensì nella rivoluzione che Orson Welles attua delle principali caratteristiche del cinema classico, creando il primo esempio di cinema moderno. Il regista, ispirato ai grandi maestri europei e statunitensi, rifonda la meccanica, l’ottica, l’illuminazione e le tecniche di ripresa cinematografica in uso ancora oggi, oltre a inserire una narrazione spezzata e ricca di flashback, che fa analizzare da più punti di vista uno stesso episodio. In Quarto Potere si ritrovano in perfetta armonia i tagli di luce espressionisti di Fritz Lang, lo stile registico di D.W. Griffith, la fotografia di John Ford ed Eric von Stroheim. Tutto ciò fuso con inquadrature innovative e sperimentali, al punto che il regista arrivò per certe scene a spaccare il pavimento per posizionare sottoterra la macchina da presa. Prima di Welles solo Alfred Hitchcock durante la sua Fase Inglese aveva osato tanto a livello di sperimentazione delle inquadrature.

Quarto Potere mostra per la prima volta in modo consapevole e sistematico alcune intuizioni registiche divenute prassi nel cinema moderno: i movimenti di macchina, soprattutto il piano sequenza; l’angolo olandese, reso celebre dalla scena del comizio elettorale con la gigantografia dietro al palco; l’uso della macchina da presa come sguardo del regista e non come spettatore, importante al punto da risolvere il mistero di Rosabella; la profondità di campo, presente già nei film dei fratelli Lumière, che era mal vista a Hollywood perché si riteneva distraesse lo spettatore dal fulcro della scena. Aiutato da uno dei padri della moderna fotografia cinematografica, Gregg Toland, Welles riprese la profondità di campo ricorrendo a speciali lenti e una potentissima illuminazione teatrale, donando una potenza visiva mai vista prima nel cinema. Le lenti e gli obiettivi vennero usati nel film anche per distorcere le inquadrature, regalando effetti indimenticabili – basti pensare all’entrata dell’infermiera nella stanza di Kane, vista attraverso il riflesso della palla di vetro in pezzi – in totale contrasto con il cinema classico, che voleva una leggibilità delle immagini immediata. Nella schiera dei collaboratori di Welles, oltre a Toland alla fotografia e al sopracitato Herman Mankiewicz come sceneggiatore, figuravano personalità del calibro di Robert Wise al montaggio e Bernard Herrmann alle musiche, che hanno contribuito a rendere ogni aspetto tecnico di Quarto Potere privo di difetti.

Girato con un budget di circa 690.000 dollari, il film è la dimostrazione di cosa sia in grado di fare un geniale regista libero dai vincoli delle produzioni. A Welles infatti, per la prima e ultima volta nella sua vita, fu concessa totale carta bianca dalla RKO per ogni aspetto della pellicola. Quarto Potere venne boicottato dal magnate della stampa Hearst, al quale è ispirata la figura di Kane, che osteggiò con ogni mezzo l’uscita e la promozione del film, portandolo a diventare un insuccesso commerciale nonostante le nove nomination agli Oscar e la statuetta per la migliore sceneggiatura originale. Dagli anni ’50 in poi, complice anche la diffusione del film in Europa finita la guerra, la critica rivalutò positivamente l’esordio di Welles, elevandolo al grado di capolavoro. Una promozione più che meritata visto che Quarto Potere è sinonimo di Cinema.

Scritto da

Pisano di nascita e romano d'adozione. Da diversi anni ho sviluppato una grande passione per i film, il cinema e tutto ciò che si lega a esso, dalle origini con Méliès, all'Espressionismo tedesco, fino alla contemporaneità.

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