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Riflessioni sul cinema italiano agli Incontri del Cinema d’Essai

Tempo di lettura: 2 minuti

Esercenti, produttori cinematografici e giornalisti hanno riempito la sala Manto del cinema Ariston, non per assistere ad una delle tante pellicole proiettate in occasione de “Gli incontri del Cinema d’Essai” di Mantova, ma per partecipare al convegno Fice dal nome “Il cinema italiano a una svolta”.

Alberto Barbera, direttore della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Benedetto Habib, produttore Indiana Production e Presidente Unioni Produttori A.N.I.C.A, Marina Marzotto produttrice Propaganda Produzioni e Presidente A.G.I.C.I, moderati da Michele Crocchiola, direttore Fondazione Culturale Stensen, hanno posto il cinema italiano sotto la lente d’ingrandimento per analizzarlo da più prospettive. 

Diversi gli argomenti affrontati dagli ospiti: dalla modalità di produzione delle pellicole al rapporto tra sala e piattaforma digitale, dai mutamenti del pubblico al marketing applicato in occasione delle uscite, fino ad arrivare alla necessità della filiera cinematografica di trovare nuovi protagonisti che possano consentire al cinema del Paese di guardare al futuro. 

Molto positiva, da parte di tutti gli ospiti, è la valutazione dell’estate appena conclusasi. Grazie all’iniziativa Cinema Revolution e a pellicole attrattive si è assistito ad un allargamento della stagione cinematografica che può essere replicata. 

Oggi si sta aprendo una nuova stagione per il cinema. Abbiamo scoperto che non è vero che gli italiani l’estate preferiscono non andare al cinema. Il problema è sempre stata la mancanza di offerta” è stato il commento di Domenico Dinoia, presidente Fice, anche lui sul palco.

L’estate deve diventare una nuova stagione e deve diventare strutturale” ha aggiunto Benedetto Habib.

Larga parte della riflessione ha avuto per oggetto il rapporto tra quantità e qualità delle pellicole italiane. I numeri offerti da Cinetel indicano un aumento significativo delle produzioni nazionali negli ultimi sette anni. L’ aumento della quantità non sempre si è accompagnato con un miglioramento della qualità, ha segnalato Alberto Barbera, che ha, però, aggiunto di aver notato un cambio di passo negli ultimi tempi: “una serie di produttori hanno capito che per essere competitivi in un mercato globalizzato bisogna alzare la qualità dei film ed hanno investito di più, mettendo a disposizione di registi e cast maggiori risorse finanziarie. Nel corso di uno, due anni, il costo medio di produzione dei film italiani è cresciuto ed il risultato si è visto. Sono film migliori da tutti i punti di vista e sono stati venduti in moltissimi paesi esteri. Questo dato è positivo perché si deve andare verso un modello industriale che in Italia manca”.

Il presidente di Unioni Produttori A.N.I.C.A, Benedetto Habib, sul tema della quantità e qualità delle pellicole prodotte in Italia ha parlato di razionalizzazione delle uscite cinematografiche ponendo l’accento sulla necessità di conoscere i nuovi modelli di fruizione dei consumatori. Ha inoltre aggiunto che si deve essere capaci di raccontare una storia attorno al film che porti nel pubblico “l’urgenza” di andare in sala.

Gli interventi della Presidente A.G.I.C.I, Marina Marzotto si sono concentrati sulle difficoltà che oggi ha il cinema italiano a dare spazio a nuovi protagonisti del settore. “È nostro dovere dare spazio ai nuovi autori, che vanno cercati e creati. Se non riusciamo a lavorare come filiera rischieremo di avere nel prossimo futuro un buco nel nostro panorama cinematografico” sono state le parole di Marino Marzotto, che poi ha aggiunto: “la prima cosa che dobbiamo fare noi della filiera se vogliamo un cinema italiano forte è nutrirlo da dentro”.

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