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Spettacolo

Spettacolo, il Rapporto Siae 2022 conferma ripresa e crescita del settore

Tempo di lettura: 5 minuti

C’è sempre più voglia di spettacolo dopo la pandemia. Alcuni settori, come i concerti di musica leggera e jazz, le attrazioni viaggianti e i circhi superano addirittura i dati registrati al periodo pre-pandemico. Insomma: è tempo di cominciare a parlare non più solo di ripresa, ma anche di crescita.

È quanto emerge daRapporto SIAE 2022 sullo spettacolo per l’anno 2022. L’87° edizione dell’analisi sullo stato di salute dell’intero comparto a cura della Società Italiana degli Autori ed Editori quest’anno è realizzata in collaborazione con AGIS e dell’Associazione Economia per la Cultura.

L’anno precedente ha segnato un nuovo punto di inizio per tanti ambiti dello spettacolo. Un andamento positivo a livello generale, che ha premiato alcuni singoli comparti più di altri.

La convinzione che lo spettacolo sia un’occasione per un “ritorno alla normalità” e uno strumento per ridare vitalità alle comunità e le alle imprese culturali dopo le restrizioni dovute alla pandemia hanno contribuito alla ripartenza delle attività.

Il 2022 ha registrato oltre 3 milioni di eventi e 3 miliardi di euro di spesa da parte del pubblico, che ammonta a 205 milioni di spettatori. Sono dati che, rispetto a quelli del 2021, testimoniano un aumento sia della domanda che dell’offerta culturale dello spettacolo.

Disparità territoriale

Il carattere irregolare della ripresa per il settore non si divide solamente per generi e discipline, ma anche dal punto di vista geografico. Sia per quanto riguarda l’offerta per il pubblico, sia in termini di domanda e di spesa da parte degli spettatori.

Vi sono delle regioni in cui l’offerta complessiva del settore spettacolo ha tenuto meglio del previsto rispetto agli anni precedenti, come Valle d’Aosta, il Trentino-Alto Adige e la Sardegna. Mentre le Marche, l’Abruzzo e il Molise hanno avuto più difficoltà a colmare il divario rispetto al periodo prepandemico, che rimane ancora consistente.

A livello generale, i dati rivelano uno scompenso di offerta per l’anno 2022 da considerarsi strutturale, in quanto coinvolge tutte le regioni del Mezzogiorno e le Isole.

Poco più della metà degli spettacoli nazionali (il 50,2%) realizzati nello scorso anno si sono concentrati in otto regioni. Al Centro si sono registrati poco meno di un quarto dell’offerta (24,4%), mentre al Sud e nelle Isole l’offerta presenta quote minori (rispettivamente 16,9% e 8,5%).

Ma l’offerta non è l’unica dimensione a essere soggetta a questo fenomeno. Anche il tasso di partecipazione media per numero di abitanti è indice di una profonda differenza tra Nord e Sud. Basti pensare che nelle regioni settentrionali l’indice di partecipazione – che oscilla tra il 4 e il 4,75 – è sempre più elevato del valore medio nazionale. Quest’ultimo è pari a 3,46. In altre parole: ogni cittadino residente ha assistito, in media, a 3,46 spettacoli nel 2022. Il dato cala sensibilmente per gli abitanti del Mezzogiorno, che vale 1,89 e 1,90 per le regioni del Sud e le Isole.

In sostanza, la pandemia ha rallentato ovunque nel Paese la fruizione delle attività di spettacolo, ma ha anche accentuato ancora di più la condizione di disparità nella partecipazione territoriale, da sempre presente tra le aree del Nord e del Centro Italia e quelle del Mezzogiorno. Una geografia che restituisce due Italie.

Spettacolo

Quello dello spettacolo è un segmento molto vasto, che comprende molte discipline e linguaggi. Dal cinema al teatro di prosa, ma anche l’opera, il balletto, la danza contemporanea e i concerti.

Nel 2022 sono stati realizzati oltre 2,5 milioni di spettacoli, circa un milione in più rispetto all’anno precedente. Oltre 9 rappresentazioni su 10 sono proiezioni cinematografiche, cui segue il comparto del Teatro, dei Concerti e delle Mostre.

Nonostante realizzi la stragrande maggioranza di eventi di spettacolo sul territorio, il settore dello Spettacolo raccoglie poco più della metà del pubblico registrato. Sintomo di una dispersione della partecipazione che persiste ancora dal biennio pandemico e su cui bisogna lavorare. Migliore è il dato sulla spesa da parte degli spettatori, che nel 2022 ha incassato oltre un miliardo e mezzo di euro, e che si avvicina sempre di più al livello del 2019 (anno in cui il settore aveva totalizzato più di un miliardo e 800 milioni di euro di incassi).

Circa due terzi della proposta dello spettacolo si distribuisce nelle regioni settentrionali, tra cui spicca la Lombardia, e quelle del Centro. Più modesta è la quantità di attività ed eventi per la comunità organizzati nelle aree del Sud e delle Isole, che si concentrano in tre regioni: Campania, Puglia e Sicilia. Una differenziazione che si ripercuote anche sulla risposta da parte del pubblico, che presenta caratteristiche simili.

Foto di Devon Rogers via Unsplash

Cinema

Tra i diversi segmenti che compongono il microsettore dello Spettacolo, il primato dell’offerta lo detiene il Cinema. Tre spettacoli su quattro sono proiezioni cinematografiche. Tra tutti i settori, quello del Cinema è il segmento che sta facendo più fatica a recuperare spettatori e incassi all’interno dello spettacolo. Quest’anno sono state molte le iniziative dedicate a sostegno del comparto cinematografico – come Cinema in Festa e Cinema Revolution. Nel 2022 i valori di spettatori e di incassi registrati sono ancora ben distanti da quelli realizzati nel 2019.
Certamente le restrizioni e le conseguenze adottate in seguito alla pandemia non sono gli unici fattori determinanti. L’aumento delle opportunità di intrattenimento pomeridiano e serale, all’aumento dei costi di distribuzione e dei biglietti nelle sale, così come la comparsa di ulteriori piattaforme di streaming sono tutti fenomeni con cui il comparto ha dovuto fare i conti.

Teatro

Più vasto e articolato è il settore del Teatro, che comprende gli spettacoli di prosa e di lirica, ma anche il balletto, la danza contemporanea e il circo.
In generale, il settore sta recuperando terreno, avvicinandosi ai livelli precedenti alla pandemia, seppur con velocità diverse, sia tra domanda e offerta, che tra le diverse dimensioni dello spettacolo teatrale.
La prosa e la lirica hanno fatto più fatica a recuperare spettatori. A questo si aggiunge il fatto che quasi la metà degli spettacoli teatrali (circa il 49%) si concentra in solo 4 regioni: Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio e Toscana.

Crescono invece il balletto e il circo, che registrano dati migliori anche a quelli prima della pandemia. Un caso particolare è che lo spettacolo popolare viaggiante è l’unico settore del comparto teatrale ad avere una distribuzione dei propri spettacoli più omogenea su tutto il territorio. Anzi, negli ultimi 5 anni la maggior parte degli spettacoli si sono svolti nelle regioni del Sud e in Sicilia.

Parchi e Attrazioni Viaggianti

Anche le attività dei parchi e delle attrazioni viaggianti hanno dimostrato di avere una grande capacità attrattiva nei confronti del pubblico. Il numero di spettacoli realizzati nell’anno precedente ha pienamente raggiunto quelli del 2019, mentre gli incassi hanno superato la soglia raggiunta prima della pandemia. In questo quadro, emerge il ruolo particolarmente rilevante del settore dei Parchi da divertimento.

Anche nel settore dei parchi e degli spettacoli popolari viaggianti, però, rimane il problema della disparità territoriale. Nonostante la richiesta da parte del pubblico sia in crescita su tutto il territorio nazionale, la domanda tende a polarizzarsi in alcune regioni a discapito di altre.
Veneto ed Emilia-Romagna raccolgono la maggior parte degli spettatori in entrambi i settori, mentre la Campania attrae più pubblico negli eventi di spettacolo popolare rispetto ai parchi divertimento. Infine, in tre regioni l’attività risulta proprio assente: Valle D’Aosta, Trentino-Alto Adige e Molise.

Concerti

I veri protagonisti del 2022 sono stati i concerti, dalla musica pop, rock e leggera a quella classica. Il progressivo allentamento delle restrizioni, l’utilizzo di spazi sempre più ampi e la nuova offerta musicale hanno segnato un anno di crescita per l’intero settore.
In particolare, altre due sono le principali motivazioni alla base di questo risultato: una maggior disponibilità di risorse pubbliche a supporto del settore e il ruolo strategico di spazi più piccoli, ma più facili da raggiungere e ben radicati sul territorio. Non solo, anche i festival e le rassegne si sono rivelati dei grandi catalizzatori di risorse e luoghi di interesse per la comunità.

In forte ripresa anche l’offerta nazionale dei concerti di musica classica, che raggiunge e supera i risultati degli anni pre-pandemia. Ottimo il dato sulla produzione di spettacoli, un po’ meno buono quello sul pubblico. Il numero di spettatori cresce rispetto agli ultimi due anni, ma non raggiunge ancora quello del 2019.

Foto di JingSun da Pixabay
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