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TRAIETTORIE, IL PIANISTA FLORENT BOFFARD A TEATRO FARNESE

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Nella seconda serata dell’edizione del trentennale di Traiettorie, la rassegna organizzata da Fondazione Prometeo che ogni autunno segna la stagione della musica moderna e contemporanea a Parma, a Teatro Farnese l’8 ottobre alle ore 20:30 arriva il pianista Florent Boffard, con un programma molto ricco e non privo di stimolanti parallelismi.

Formato al Conservatorio di Parigi, dove ora insegna da quattro anni, Florent Boffard ha suonato nei maggiori festival europei sotto la direzione di figure come Pierre Boulez, Simon Rattle, Leon Fleisher, Peter Eötvös. Come solista fra 1988 e 1999 insieme a Ensemble Intercontemporain ha lavorato sui principali compositori contemporanei ed eseguito molte prime fra cui brani di Boulez, Donatoni, Ligeti. Ha registrato le opere pianistiche di Schönberg e brani di Debussy, Bartók, Berio, Fauré, Boulez. Nel 2001 ha vinto il Belmont Prize della Forberg-Schneider Stiftung di Monaco di Baviera. Nel 2010, con il programma «Chopin, une écoute aujourd’hui» a Nantes, ha avviato progetti di divulgazione della musica contemporanea direttamente attraverso i concerti, in particolare nei Festival de La Roque d’Anthéron, Aldeburgh, Printemps des Arts di Monte Carlo. Ha scritto il film «Schoenberg, le malentendu», eseguendone la colonna sonora. Ha insegnato al Conservatorio di Lione e alla Musikhochschule di Stoccarda. 

A Traiettorie Boffard porta alcuni Studi di Chopin, Debussy e Stroppa che si possono accostare in gruppi per la natura del problema tecnico affrontato e per legami di ispirazione: lo «Studio op. 10 n. 5» di Chopin, il n. 1 di Debussy e il primo dei «Trois Études» di Stroppa da una parte, l’op. 25 n. 6 di Chopin, il n. 2 di Debussy e il n. 2 di Stroppa dall’altra. Laddove Debussy ironizza spesso la componente tecnica in pezzi comunque coerenti con il proprio mondo musicale, Stroppa capovolge letteralmente la natura degli studi di Debussy a cui fa esplicito riferimento. Si aggiungano poi le illusioni acustiche dello Studio «Pour le Sixtes insoumises» di Stroppa e le illusioni ritmiche dello «Studio n. 4» di György Ligeti. Basterebbero questi accostamenti per rendere interessante una serata che propone nella seconda parte uno dei più sensazionali debutti musicali della storia, la «Sonata op. 1» di Alban Berg, il secondo «formante» della «Terza Sonata» di Pierre Boulez e la «Suite op. 25» di Arnold Schönberg, uno dei suoi primi prodotti interamente dodecafonici: specialmente il primo e l’ultimo, pezzi che non ignorano il passato, dissimulato sotto le grammatiche della modernità.

Il concerto è realizzato grazie al supporto della Fondazione Nuovi Mecenati – Fondazione franco-italiana di sostegno alla creazione contemporanea.

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