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WE THE PEOPLE: IL POPOLO A TEATRO

Tempo di lettura: 2 minuti

Dal 2 al 7 dicembre 2020 avrà luogo We The People, un festival che attraverso performance, proiezioni filmiche, incursioni radiofoniche e workshop per gli studenti delle medie superiori, vuole essere un invito a contrastare la subalternità razziale, di genere, sociale, economica, per affermare l’urgenza di una politica dell’ascolto basata sul diritto di tutti a essere ascoltati.

We The People è la tappa conclusiva di Atlas of Transitions Biennale, progetto europeo in cui undici partner in sette paesi – Italia, Albania, Belgio, Polonia, Francia, Grecia e Svezia – collaborano per progettare, attraverso diverse pratiche artistiche, nuovi modi di interazione e reciprocità tra cittadini europei, residenti stranieri e nuovi arrivati (migranti, richiedenti asilo, minori non accompagnati, rifugiati).

Realizzato da Emilia-Romagna Teatro Fondazione, con la cura di Piersandra Di Matteo, We The People– condizionato dalle limitazioni dalla pandemia – compie uno sforzo di progettazione, dopo la cancellazione estiva, e si ripensa per il periodo invernale, mantenendo vive le linee di azione che hanno alimentato la progettualità negli anni.

Grazie a una vasta rete di collaboratori – dai centri sociali, alle associazioni di comunità immigrate, alla Fondazione Cineteca di Bologna, al Dipartimento di Sociologia della Università degli studi di Bologna, alla DAMSLab, al MAMbo – We The People vuole attivare dei reparti di risonanza, creare spazi per voci marginalizzate e afferma l’urgenza di una politica dell’ascolto dove tutti devono essere ascoltati. We The People dispone uno spazio acustico, un teatro acustico, partendo dalla riflessione di popolo: una pluralità di corpi che non si riconosce in un unico soggetto ma in una moltitudine di voci diverse.

L’immagine scelta per We The People è della fotografa sudafricana Alice Mann, tratta dalla serie Drummies che comprende ritratti di “drum majorettes”, atlete adolescenti provenienti dalle comunità più emarginate del paese che scelgono questo sport altamente competitivo come forma di riscatto sociale e self-empowerment.

We The People prende avvio mercoledì 2 dicembre con l’inaugurazione di Concertata, un’installazione ideata per le bacheche urbane, a cura di CHEAP | Street Poster Art: è una punteggiatura nello spazio pubblico delle fotografie di Michele Lapini che ritraggono adunanze, assemblee cittadine, proteste, azioni collettive di movimento, riti commemorativi, manifestazioni con intenti locali e globali, composizioni plurali e interconnesse. Lo spazio pubblico e politico precluso dalla pandemia è rioccupato dai “corpi che contano”, corpi colti nella potenzialità di fare senso comune, lì dove risuona la performatività politica di un popolo in azione.

Nella stessa giornata va in onda sui profili Facebook e YouTube di Atlas of Transitions Italia ed ERT Voci da Lingua Madre, una narrazione in pillole del lavoro che Lola Arias sta conducendo a Bologna: la regista argentina e i protagonisti dello spettacolo raccontano impressioni, scelte e desideri, dinamiche del lavoro collettivo.

Il progetto ha trovato l’appoggio dell’assessore alla Cultura del Comune di Bologna Matteo Lepore che ha confermato l’importanza di un teatro che porti avanti una visione politica, in quanto la dimensione culturale e politica è un grande esempio di cosa le comunità possono fare.

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