A Villa Stonorov – Fondazione Vivarelli di Pistoia, martedì 7 settembre (ore 21:15, Via di Felceti 11) per Teatri di Confine, la rassegna dedicata alla scena contemporanea, realizzata dall’Associazione Teatrale Pistoiese e dalla Fondazione Toscana Spettacolo onlus, il Teatro Del Carretto di Lucca, ormai da anni una realtà del teatro di ricerca internazionale, presenta Caligola. Underdog/Upset, con Ian Gualdani, regia e drammaturgia sono firmati da Jonathan Bertolai.
Il desiderio che ha guidato lo studio e la drammaturgia di questa nuova produzione nasce nella primavera 2019, ben prima della pandemia, e ha trovato in questi mesi ulteriori motivi di urgenza. La scelta di questo personaggio e dei suoi drammi interiori trae origine dalla necessità di indagare il mondo giovanile con la sua fragilità e il disagio esistenziale nei confronti del futuro, temi che adesso si rivelano di ancora più scottante attualità, innestandosi in un panorama caratterizzato da un’incertezza globale in termini economici, politici e culturali, oltre che sanitari.
Così come Caligola voleva “semplicemente” la luna, anche al giorno d’oggi le nuove generazioni si scontrano con un mondo assurdo, nel quale devono conquistare il loro diritto di esistere e di emergere, a partire da un contesto a loro completamente sfavorevole. Devono combattere come se fossero su un ring, e, per continuare in questa metafora, come un pugile dato per sfavorito (underdog) a volte riescono con determinazione e follia a ribaltare i pronostici (upset).
Tenendo a mente la giovane età di Caligola quando divenne imperatore e quando visse il lutto per l’amata sorella Drusilla, non è allora casuale il fascino esercitato da quest’opera sia sul giovane attore protagonista dello spettacolo, Ian Gualdani, sia su Jonathan Bertolai, al suo debutto da regista.
È proprio dal desiderio di Ian Gualdani di confrontarsi con un Caligola lontano dall’essere “solo” l’imperatore folle che nasce questa messa in scena, e nello sguardo di Jonathan Bertolai assume i contorni di uno spazio mentale amplificato nel quale fluttua questo Caligola: sulla scena il pubblico assiste ad una rapsodia di dialoghi interiori, un dipanarsi dei pensieri del protagonista che trovano la loro trasposizione visiva nella gestualità dell’attore.
Jonathan Bertolai ci racconta tutta l’assurdità che la vita può riservare, attraverso un dramma psicologico calato in un’atmosfera post industriale. Su una scena trapuntata di monitor e luci a neon, su cui si staglia un piedistallo e si schierano delle statuette, passano video e inserti sonori che richiamano gli anni ’80 – ricordano ad esempio i video musicali dei Talking Heads – e scenografie che si ispirano alle opere multimediali di Bill Viola, creando una curiosa alternanza tra la tragicità dei temi trattati e il pop di questa estetica.
La ricerca sonora di Hubert Westkemper, premio Ubu 2005 e 2019, già sound designer di numerosi artisti internazionali di fama e del Teatro Del Carretto, in sinergia con le luci di Orlando Bolognesi rafforza l’alternanza fra il dissidio interiore e la freschezza dell’essere giovani.
“È uno spettacolo – osserva Jonathan Bertolai – che parla di questo tempo incerto che stiamo vivendo, un tempo che incede più velocemente della natura dell’uomo, costretto a rincorrere sé stesso, in una distanza ormai siderale. Caligola come noi fluttua smarrito nei meandri della sua mente cercando l’impossibile”.