L’Accademia Musicale Chigiana esprime la più profonda commozione per la prematura scomparsa di Antonio Rostagno, musicologo e docente universitario di altissimo profilo. La sua vivacità intellettuale, alimentata da una profonda cultura umanistica, si riflette nelle sue numerose pubblicazioni che documentano la qualità e la varietà dei suoi interessi di ricerca. Come professore di Musicologia e Storia della musica alla Sapienza Università di Roma ha contribuito a formare generazioni di giovani che, grazie alla passione del suo insegnamento, hanno imparato ad amare la musica classica e hanno deciso di impegnarsi nel campo della ricerca musicologica, dell’editoria e della divulgazione musicale. In quest’ultimo settore, in anni recenti aveva incentivato la nascita e supportato lo spirito innovativo della rivista Quinte Parallele, di cui alcuni redattori suoi allievi hanno poi frequentato anche i workshop di critica musicale online delle estati chigiane. |
Antonio Rostagno ha collaborato direttamente con l’Accademia Chigiana in qualità di membro del Comitato scientifico del Convegno dal titolo Music and Power in the Long Nineteenth Century, che si svolgerà a Siena dal 2 al 4 dicembre 2021. Oltre ad aver contribuito all’ideazione alla progettazione del convegno, Rostagno avrebbe dovuto tenere una Keynote lecture dal titolo Fare politica con il teatro musicale: hard e soft power da “Un ballo in maschera” ad “Aida”. |
Susanna Pasticci, attuale direttrice della rivista Chigiana. Journal of Musicological Studies, lo ricorda come «uno studioso di grande spessore intellettuale e un docente straordinario, che sapeva trasmettere ai suoi studenti una grande passione per la musica, ma soprattutto l’idea che la storia della musica è anche e soprattutto la “nostra” storia». Nelle sue numerose e pregevoli pubblicazioni, continua Pasticci, «curiosità, spirito di ricerca e rigore scientifico procedono sempre di pari passo con la precisa volontà di restituire alla musica il suo ruolo di agente attivo nella produzione di significati sociali e strutture del sentire. E questa sua particolare attitudine ad affrontare lo studio della musica nella prospettiva della storia culturale è forse la ragione per cui è riuscito a coltivare un fortissimo rapporto di empatia non solo con i suoi studenti, ma anche con tanti colleghi di altre discipline». |
«I suoi studi sul melodramma e sulla musica strumentale italiana dell’Ottocento hanno dato un impulso decisivo alla conoscenza e alla valorizzazione dei patrimoni della cultura musicale italiana. Tra i suoi lavori più importanti vorrei ricordare anche il suo libro dedicato alla Kreisleriana di Robert Schumann, in cui i risultati di una ricerca di grande spessore scientifico vengono presentati con i toni espositivi dell’alta divulgazione». A Pasticci piace ricordare anche «la sua straordinaria capacità di costruire delle realtà progettuali condivise con il mondo delle istituzioni concertistiche, dei teatri operistici e dell’editoria, e il suo instancabile impegno nell’ambito della divulgazione musicale». Con lui scompare «la figura di uno studioso di straordinaria cultura umanistica e musicale che ci ha lasciato in eredità non solo pregevoli pubblicazioni apprezzate a livello internazionale, ma anche l’idea che sia davvero possibile coltivare e far crescere la passione per la musica classica nei giovani delle nuove e future generazioni». |