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GENNARO DE ROSA, UNA VITA DI MUSICA CONTRO LE MAFIE

Tempo di lettura: 8 minuti

Dal 2009 con un primo incontro dal titolo “Musica contro le mafie” a Faenza  alla presenza di artisti e in collegamento skype con Don Ciotti, alla nascita ufficiale dell’Associazione e la sua entrata nella rete di “Libera” nel 2013, sono passate e seguite edizioni, premi, documentari, libri, si sono affiancati partner e media partner blasonati. Nell’anno pandemico non poteva che driblare l’ostacolo, ingranare un’altra marcia ed effettuare un cambio di rotta, l’associazione creata da Gennaro De Rosa. Perché “la musica che scrive le parole che si fanno sentire” (Musica contro le mafie, libro a cura di Gennaro de RosaMarco Ambrosi per Rubbettino Editore, 2012), è oggi un mezzo per diffondere valori importanti attraverso il pane quotidiano dei giovani, la musica. Gennaro De Rosa si racconta a NDS all’indomani dell’ennesimo trionfo e ci anticipa i prossimi progetti.

Noi crediamo molto nella ricerca dell’equilibrio tra reale e virtuale
Oggi il virtuale sta surclassando il reale e questo è dovuto ovviamente ad una impossibilità di costruire fianco a fianco o abbracciati. Ma con il tempo le cose cambieranno nuovamente e sarebbe un errore incredibile non tener conto dei vantaggi e della velocità di questi mezzi che stiamo imparando ad utilizzare. Virtuale e Reale devono convivere, noi stiamo costruendo tutta la nostra progettualità futura e presente su questo equilibrio. Quello che stiamo vivendo è un cambiamento epocale, all’inizio ci ha travolti e siamo stati attori inconsapevoli di quel momento incredibile di marzo/aprile 2020. Oggi, invece, abbiamo il dovere di essere protagonisti consapevoli e capaci di interpretare la nostra parte. 


Dal primo contest del 2010 a oggi, qual è stata l’evoluzione più importante di Musica contro le Mafie, dal punto di vista artistico e di impegno sociale?

L’evoluzione più importante è stata quella interiore, quella della crescita di consapevolezza del lavoro che stavamo facendo. Renderci conto di come si possa iniziare un percorso sentendosi istintivamente portati a fare una cosa e giorno per giorno poi acquisire sempre più strumenti e senso di responsabilità. Questa di certo è l’evoluzione più importante. Poi una certa attenzione la rivolgerei anche alla crescita di tutte le nostre attività e ai risultati in termini di numeri che però non sono soltanto numeri ma persone, sono curiosità, sono interazioni e relazioni che nascono, sono stimoli che liberano energie ed entusiasmo,  cose delle quali abbiamo un bisogno incredibile e costante.

“Sound Bocs” è un progetto, una residenza artistica, per chi crea brani inediti e originali ispirati alla diffusione di buone idee e buone pratiche. Ai lettori di NDS come descriverebbe il progetto partendo dal concetto di “CAMBIAMENTO”, e non “adattamento momentaneo alle circostanze avverse che stiamo vivendo”?

BoCS Art


Sound BoCS è la prima Music Farm a sfondo civile che sia mai stata realizzata in Europa. Una cosa che abbiamo scoperto mentre la realizzavamo e che ci ha dato maggiormente il peso di quello che stavamo realizzando. Solitamente quando qualcuno scopre una cosa del genere tende a staccarsi un po’ dal terreno sul quale poggia i piedi, noi invece ne percepiamo il peso che ci schiaccia ancor più a terra (sorride ndr).
Il concetto di “Cambiamento”, che non è adattamento alle circostanze avverse, è qualcosa alla quale siamo ricorsi quando l’emergenza sanitaria ci ha travolti. Ci siamo ritrovati avere un progetto da realizzare alla presenza di migliaia di studenti, di pubblico dal vivo e tutto ciò che chi si occupa di musica e spettacolo conosce bene. Tutto a un tratto non era più possibile e ci siamo chiesti cosa fare. Le strade erano due o adattarsi e rimodulare cercando di tamponare oppure ricostruire su delle basi differenti. In questo periodo ci siamo resi conto di una cosa fondamentale che i  “punti fermi” si sono trasformati in “punti mobili” e la nostra capacità sta nell’essere dei discreti equilibristi.
Oggi il virtuale sta surclassando il reale e questo è dovuto ovviamente ad una impossibilità di costruire fianco a fianco o abbracciati. Ma con il tempo le cose cambieranno nuovamente e sarebbe un errore incredibile non tener conto dei vantaggi e della velocità di questi mezzi che stiamo imparando ad utilizzare. Virtuale e Reale devono convivere, noi stiamo costruendo tutta la nostra progettualità futura e presente su questo equilibrio. Quello che stiamo vivendo è un cambiamento epocale, all’inizio ci ha travolti e siamo stati attori inconsapevoli di quel momento incredibile di marzo/aprile 2020. Oggi, invece, abbiamo il dovere di essere protagonisti consapevoli e capaci di interpretare la nostra parte. 


Musica contro le Mafie veicola “buone idee e buone prassi”, i Bocs Art di Cosenza, che hanno ospitato il progetto, sono stati una buona idea che ancora non è divenuta prassi in Calabria, a 5 anni dalla loro realizzazione. Crede che Sound Bocs possa ripetersi in quella location? La musica, più delle altre arti, potrebbe contribuire a trasformare in prassi le buone idee specie in un territorio come quello calabrese?

Il luogo che ha ospitato Sound BoCS è stato fondamentale, quel luogo è magico ed è pieno dell’arte che in questi anni ci è passata dentro. Non sono stati mai fermi e vuoti i BoCS, se non nell’ultimo anno, per questioni burocratiche che potrebbero risolversi facilmente con buona volontà nel recuperare delle risorse per la loro manutenzione e per continuare ad ospitare artisti provenienti da tutto il mondo, come è stato fino ad ora.
Io non solo credo che si debba ripetere in quel luogo ma che si debba sviluppare in quei BoCS una progettualità più ampia sulla quale siamo al lavoro da un po’. La musica e l’arte in generale hanno un potere incredibile di raggiungere le persone e di colpire senza farle del male, come diceva qualcuno che con la musica ha costruito per la pace dove sembrava impossibile.
Noi con Musica contro le mafie abbiamo deciso di avere il nostro quartier generale in Calabria proprio perché la nostra terra (lo zoccolo duro dell’associazione è Calabrese e gli altri li abbiamo adottati) è da sempre considerata radice della “malapianta”.
La nostra idea è quella invece di trasformarla in radice della diffusione delle buone idee che sono contemporaneamente buone pratiche. Le idee da sole sono sogni, se accompagnate da buona volontà diventano progetti, se aggiungiamo gli atti concreti diventano “solide realtà” (ride ndr). 


Ci racconta la giornata tipo dell’artista “chiuso” nei Bocs Art?

Il progetto non si è svolto virtualmente, il progetto si è svolto realmente, in presenza. C’erano gli artisti, c’erano i coach, c’era lo staff, c’erano i tecnici, c’erano degli ospiti contingentati e registrati, c’era un pubblico nei momenti dei “Boot Up Stage” (che erano i momenti conclusivi delle attività di ogni settimana di fronte ad un piccolo pubblico di Giovani della cosiddetta “Generazione Z”). Ognuno dei 10 residenti ha avuto il suo BOCS nel quale lavorare, incontrare i Coach e creare il brano che contribuirà alla creazione del “Sound Bocs Diary”, un libro di lettura aumentata che contiene le loro impressioni di esperienza vissuta, video, fotografie ed il brano creato da ognuno di loro. Lavoravano per ore in studio di registrazione, componevano nei loro BOCS e incidevano le loro idee nel Recording BoCS.
Con i 4 Coach abbiamo lavorato cercando di tirare fuori la loro identità artistica, senza forzarli in una direzione o nell’altra, sia nelle modalità di esecuzione, interpretazione e composizione ma soprattutto nei contenuti. È venuta fuori la loro idea non la nostra filtrata da loro, e questo è importantissimo!

Ci sono stati 14 momenti di confronto con direttori artistici, artisti, attori, addetti ai lavori, esperti di comunicazione, produttori, manager e tanto altro. I residenti hanno avuto la possibilità di confrontarsi “vis a vis” con persone che solitamente vedono in tv o dall’altra parte della barricata, invece erano lì di fronte a loro (a volte fisicamente a volte virtualmente) ma a loro disposizione per domande, curiosità e confronto. Tutto questo è avvenuto in diretta streaming sulle nostre pagine social, con un numero molto alto di visualizzazioni e interazioni con chi seguiva i nostri panel in streaming.
Le persone da casa potevano collegarsi h24 sul nostro canale youtube e vedere cosa accadeva nei BoCS, nello studio di registrazione, o nella “BoCS Square” come la chiamavamo noi. Virtuale che si unisce al reale, come ti dicevo, socialità reale e social network fusi. Una sorta di Talent e Reality a sfondo civile, con le dovute differenze ovviamente. I residenti, poi, ogni giorno realizzavano contenuti per i social network loro e di Musica contro le mafie, portando il numero delle persone raggiunte ad un numero molto molto alto. Ogni sera realizzavano una Video Confessione quotidiana e ne hanno realizzate una serie anche Post Esperienza. 


Musica contro le Mafie è oggi un mezzo per diffondere valori importanti attraverso la musica, alla stregua di chi scrive libri sulle mafie per rendere edotta la cittadinanza. Da un lato c’è la voglia di creare e proporre buone idee e buone prassi da coltivare e condividere tra i giovani, dall’altro la necessità di rendere consapevoli i lettori, per esempio di Gratteri e Nicaso, di come non convenga delinquere. Mezzi diversi ma complementari, se volessimo fare un report sui dieci anni di attività di Musica contro le Mafie, che risultati otterremmo? Quanto hanno recepito i giovani, secondo lei, dei messaggi a loro dedicati?

Il Magistrato Nicola Gratteri e il Prof. Antonio Nicaso sono stati nostri ospiti negli anni della nostra “5 Giorni di Musica contro le mafie” e da loro abbiamo avuto modo di comprendere quanto il lavoro che facciamo possa essere importante, di come la costruzione dal basso, e in un contesto con un approccio così poco accademico come il nostro, possa penetrare maggiormente dove invece un metodo frontale e diretto troverebbe degli argini altissimi e spessi. Tantissimi giovani si sono avvicinati all’impegno civile, alla cittadinanza attiva e alla resistenza antimafia; cose che ognuno di noi può fare nel suo piccolo attraverso le sue scelte quotidiane.
Il prof. Nicaso quando scrive le dediche sui libri scrive spesso “Ci sono loro ma ci siamo anche NOI” ed è proprio sulla crescita esponenziale di quel NOI che si basano i risultati.
Ovviamente il ruolo che gioca il dott. Gratteri e le forze dell’ordine è fondamentale, ancora più è importante il ruolo della politica che deve tornare alla sua radice, con responsabilità e consapevolezza, smettendola di lavorare solo per il consenso che può portare a scelte scellerate.  
Noi siamo soltanto dei cittadini che contribuiscono a mettere in azione un processo di cambiamento. I giovani hanno anticorpi e determinazione che noi non immaginiamo, basterebbe essere capaci di dargli lo spazio per mettere la loro energia positiva in azione. Ed è quello che noi proviamo a fare da dieci anni con risultati importanti. Ma noi abbiamo un obiettivo altissimo da raggiungere che dovrebbe essere condiviso da tutti e per quello c’è da lavorare tanto senza bearsi dei tanti piccoli traguardi raggiunti. 

Quali i progetti futuri di Musica contro le Mafie?

Musica contro le mafie ha un cantiere sempre in attività, dal punto di vista editoriale sta per uscire il Sound BoCS Diary e a Gennaio la compilation dei brani realizzati. Ci stiamo preparando per Sanremo 2021 in qualsiasi modalità verrà realizzato con una serie di attività ed eventi a Casa Sanremo. Abbiamo in cantiere un progetto molto particolare sull’educazione stradale e sulle conseguenze dell’uso errato (ma diffuso) degli apparecchi elettronici al volante. In questi giorni stiamo portando a compimento una serie di progetti didattici in varie scuole del territorio nazionale in modalità virtuale. Qualche dirigente ha colto la nostra proposta di aprire gli incontri a tutti attraverso delle dirette social con risultati davvero interessanti e confronto tra studenti e utenti generici del web. Noi crediamo molto nella ricerca dell’equilibrio tra reale e virtuale.
Il 20 di dicembre faremo la finale nazionale del premio Musica contro le mafie che è arrivato alla sua 11^ edizione, lo faremo proprio in questa modalità in bilico. Avremo come ospiti Don Luigi Ciotti, Ismaele La Vardera de Le Iene come conduttore e poi Brunori Sas, Gabriella Martinelli, Gianni Maroccolo, Erica Mou e tantissime altre sorprese.
Siamo già al lavoro su un cambiamento totale del nostro premio musicale che andrà ad inglobare Sound BoCS e la “5 Giorni di Musica contro le mafie”. Se riusciremo a trovare la strada per realizzare tutto questo sarete i primi a cui vorremo raccontarlo.
Ci auguriamo solo che gli artisti con più percorso e storia si rendano sempre più conto di quanto le loro parole e il loro contributo possa essere fondamentale a questa causa. Sono tantissimi quelli che non hanno esitazioni di fronte ai nostri solleciti ma ce ne sono anche altri che dovrebbero comprendere che essere contro le mafie oggi è una scelta politica essenziale ed imprescindibile, che non va sbandierata a seconda delle occasioni ma va vissuta come impegno concreto e quotidiano. 

Scritto da

Green Event Manager. Direttore editoriale e coordinatore delle attività di redazione della testata “Notizie di Spettacolo” nel 2022. Dal 2014 coordina le attività di Italiafestival, l'associazione dei festival italiani. Ha scritto per diverse testate giornalistiche di attualità, sport e cultura.

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