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Bohor

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Iannis Xenakis

Ingegnere, architetto, matematico, eroe della resistenza greca e non ultimo compositore: la figura di Iannis Xenakis è fra le più importanti e rappresentative del XX secolo.

Nato il 29 maggio di cento anni fa in Romania da genitori greci, si trasferisce in Grecia all’età di dieci anni.

Inizierà là il suo percorso di studio in Ingegneria ed Architettura, che dovrà sospendere a causa dell’invasione dei Nazisti. Durante l’invasione, partecipò alle attività della Resistenza; tale fu il motivo per cui dovette emigrare, mediante un passaporto falso, in Francia, nel 1947 – dove finirà a lavorare nello studio di Le Corbusier, e dal 1951 sarà allievo di Olivier Messiaen – e del quale diventerà grandissimo amico.

Nel 1954, sarà accettato come uno dei primi membri del Groupe de Recherches Musicales (GRM), originariamente chiamato Groupe de recherches de musique concrète.

I contributi di Xenakis alla musica, anche al di là del grandissimo valore artistico, sono moltissimi e profondissimi, toccando ambiti che vanno dalla stocastica ad una avanzatissima concezione dello spazio, sia per i lavori elettroacustici che per quelli puramente strumentali.

Bohor

Nel 1962, Xenakis completò il suo lavoro elettroacustico fino a quel momento più ambizioso, decidendo in seguito di abbandonare il GRM.

Bohor fu uno dei primi lavori ad 8 canali creati proprio presso il GRM: la composizione costituisce una esposizione radicale delle questioni legate alle densità e transizioni, tramite una evoluzione lenta della durata di circa 22 minuti.

La composizione è dedicata (forse ironicamente) a Pierre Schaeffer (che di fatto, odierà Bohor). Il titolo del lavoro farebbe riferimento ad uno dei cavalieri della Tavola Rotonda – Bohort – e costituisce una eccezione nella tendenza dei titoli dei lavori scelti dal compositore.

Il Maestro greco naturalizzato francese, scelse una varietà di materiali per la realizzazione della composizione: l’organo a bocca Laotiano, diversi braccialetti “orientali” (Iracheni e Hindu), canto Bizantino e piano.

La disposizione delle quattro tipologie di materiali avviene nello spazio, a cerchio attorno al pubblico, con coppie distribuite.

L’intenzione era quella di avere una esperienza di ascolto analoga a quella di sentire una grande campana dal suo interno.

Xenakis sperimenterà per Bohor con diverse forme di spazializzazione, giungendo alla versione finale riportata nella figura di seguito.

Per Xenakis, Bohor richiedeva sì spazio, ma anche una grande quantità di volume, per apprezzare i minimi dettagli delle sonorità.

Come detto, in seguito a Bohor Xenakis abbandonerà il GRM, ma non si distaccherà completamente dallo studio. Uno dei motivi di conflitto col GRM era costituito dal fatto che per Xenakis la tecnologia digitale era di vitale importanza per il futuro della musica, e che, a suo giudizio, il GRM dovesse essere la prima istituzione Francese a dedicarsi alla ricerca nella computer music.

Questa concezione non era supportata né ben vista da Schaeffer; conseguentemente Xenakis decise di lavorare per realizzare questa finalità altrove.

Scritto da

Autore, docente, sound designer e ingegnere del suono, si occupa professionalmente di disegno sonoro per il teatro d’Opera.

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