Dopo mesi di pandemia lo schermo televisivo e le sue piattaforme hanno preso il sopravvento su cinema e teatri. La storia insegna che dopo disastri simili l’uomo abbia sempre saputo reagire migliorandosi e migliorando il mondo che lo ospita, sarà così anche questa volta? I buoni auspici, tra gli addetti ai lavori e gli indomiti spettatori che non si sono piegati (ancora) a Netflix e company, sono certamente vividi.
Non è forse il teatro la provenienza della maggior parte degli artisti che animano le serie tv e i film che ci stanno ubriacando, e distraendo, in questi mesi? Mancando il pavimento sotto i piedi, lo scricchiolio delle doghe dei palcoscenici, alla moltitudine di teatranti, figli e nipoti di quella sperimentazione che ha contrassegnato l’arte teatrale dal secondo dopoguerra a oggi, mancando il pubblico, è plausibile che la qualità che le scene ospiteranno tra qualche tempo rischi di essere sempre più intaccata dalla povertà di know-how che sta diradandosi man mano che passano i mesi di sospensione artistica. Perché se è vero che lo spettacolo va avanti anche senza pubblico, come recitano i dpcm, è anche vero che il teatro non è teatro senza pubblico.
Come proseguirà quel lungo percorso di generi che è giunto fino a noi? Alla coesistenza tra teatro d’autore e quello di regia e d’attore, tra teatro d’immagine e teatro che annulla la distanza fra attori e spettatori, alla performance che tende a escludere il personaggio drammatico, c’è da chiedersi se seguirà un altro genere, magari contaminato dalla pandemia in corso? Cosa inventerà ancora il teatro? E poi, ci saranno ancora i teatri? Intesi come strutture che generano cultura attraverso lo spettacolo dal vivo? Perché il teatro vive in ognuno di noi ed è solo enfatizzato (e veicolato) da chi lo interiorizza la punto tale da trasferirlo sotto altre vesti a noi stessi, attori delle nostre vite e spettatori delle vite altrui.
Al danno la beffa. Da qualche anno si susseguono aste immobiliari che interessano cinematografi, sale da concerto e teatri, mancheranno ancora quelle doghe sotto i piedi dell’attore?
NDS proverà a rispondere al quesito in un prossimo articolo.