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L’educazione digitale nello spettacolo spiegata ai giovani, tra social network e media marketing

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Nell’ambito del progetto Alice, uno dei momenti principali dedicato ai giovani è stato il percorso di formazione dedicato all’educazione digitale dei nuovi ambienti mediali.

Piattaforme social, networking, reputazione online: conoscere questi concetti e conoscere gli ambienti digitali che le ragazze e i ragazzi abitano ogni giorno permette loro di vivere questi spazi virtuali in maniera più consapevole, e quindi sicura. A questo si aggiunge il fatto che le piattaforme social online possono essere un ottimo strumento per avvicinare i giovani al mondo della cultura e dello spettacolo.

Su questo argomento è intervenuta Danila Prestifilippo, Responsabile marketing e comunicazione di Venti Lucenti, che ha seguito e curato in prima persona i percorsi di formazione e di educazione digitale nelle scuole.

Com’è nata l’idea di affiancare a uno spettacolo anche un momento di formazione sulla comunicazione digitale?

Dal 2019 abbiamo deciso di affiancare all’interno dei nostri progetti di divulgazione culturale, soprattutto dell’opera lirica e della musica sinfonica, un percorso riguardante le competenze digitali necessarie a vivere il web in modo consapevole e sicuro da parte dei ragazzi. Quando AGIS ci ha chiesto di affiancare l’obiettivo della divulgazione, non solo formando i ragazzi sulla messa in scena dello spettacolo di cui sono protagonisti, ma anche su cosa comporta la comunicazione online e su come si struttura un’attività di promozione di uno spettacolo, abbiamo subito accolto con grande entusiasmo l’idea di pensare ad un percorso a cui potevano accedere studenti delle scuole secondarie di II grado attraverso un PCTO (Percorsi per le Competenze Traversali e l’Orientamento).

È così importante questo aspetto?

Stare in rete è un atto culturale, quindi, questo aspetto è fondamentale, anche per intercettare i loro bisogni e il loro modo di percepire la realtà. A differenza delle persone adulte, che hanno scoperto internet solo dal 1990, a piccoli passi, e hanno avuto modo di adattarsi agli strumenti e alle possibilità offerte dalle tecnologie via via esponenziali, i bambini e i ragazzi di oggi sono “nativi digitali”: sono immersi nel web fin dalla loro nascita e mentre non sono ancora consapevoli delle proprie caratteristiche personali, hanno già spesso un account sui social che li rappresenta.

Quali sono i rischi che possono incontrare i giovani abitando questi ambienti in maniera inconsapevole?

Innanzitutto non sono consapevoli che internet è permanente e che ciò che pubblicano oggi potrebbe una ripercussione anche nella loro reputazione futura, quando ad esempio si approcceranno al mondo del lavoro: tutti noi siamo stati ragazzi ma oggi un video o un post divulgato per far ridere gli amici diventa parte dell’”ombra digitale” che ciascuno di noi si porta dietro per sempre. Inoltre, c’è un concetto di privacy che spesso non è percepito: i social sono nati per condividere ma questo può essere pericoloso se si diffondono informazioni sensibili private proprie o di altri, anche ingenuamente, perché si può incorrere in fenomeni come il phishing e nell’adescamento da parte di adulti. I social sono anche tristemente pieni di discorsi di incitamento all’odio, al razzismo e non è sempre facile distinguere una battura fra amici da un reato come la minaccia o la diffamazione. Pensiamo poi a quanto male possano fare i fenomeni di cyberbullismo: un bullismo che diventa virale e incontrabile per le vittime. È importante dire ai ragazzi che la differenza la fa ciascuno di noi con il suo comportamento: possiamo essere divulgatori di gentilezza, imitare i comportamenti sani e tenere presenti i principi del Manifesto della Comunicazione Non Ostile.

Che riscontro avete avuto dagli studenti e dalle studentesse? Erano già a conoscenza di queste informazioni?

I ragazzi non erano assolutamente a conoscenza di quanto lavoro strategico e operativo ci sia dietro la promozione di uno spettacolo. Erano stupiti ma anche molto entusiasti. Allo stesso tempo hanno dimostrato grande attenzione ai temi dell’uso consapevole del web perché li sentono come qualcosa che li tocca molto da vicino nella quotidianità.

Che sinergie fra social media e spettacoli? Come i social possono aiutare gli spettacoli?

ll mondo culturale non può più pensare di comunicare solo agli addetti ai lavori o ad esperti di settore, bisogna parlare alle persone, farle sentire partecipi e non giudicate se non hanno mai assistito ad un’opera lirica o non conoscono un brano di musica sinfonica o “classica”; invitarle gentilmente, incuriosirle anche spiegandogli perché quello spettacolo o quel concerto vale la pena di essere visto o ascoltato. I social sono nostri alleati perché ci permettono di raggiungere le persone più diverse ma anche di creare curiosità, attraverso un linguaggio che sia in linea con il target scelto, anticipando l’engagement dello spettacolo stesso. Inoltre raccontano, informano, creano attese, aspettative, ricordi, condivisione e permettono al pubblico di esprimersi: i commenti e le recensioni dirette ci spingono verso progetti e spettacoli che la gente vuole vedere o ascoltare perché li sente vicini, coinvolgenti.

Come hanno lavorato per partecipare alle attività di comunicazione e promozione dello spettacolo?

Siamo partiti da come si costruisce un piano di comunicazione e abbiamo poi definito gli obiettivi, i target e infine le azioni da intraprendere per fare in modo che emergesse, non solo lo spettacolo, ma anche il progetto. Grazie a Ginevra Boni, esperta di Motion Designer, hanno poi approfondito la costruzione di una mood board partendo dai colori dello spettacolo e dai personaggi di Alice e hanno poi imparato le basi della lavorazione delle immagini su Photoshop partendo da un disegno realizzato da loro.

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