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MARCO VOLERI RACCONTA IL FESTIVAL INTERNAZIONALE PIETRO MASCAGNI

Tempo di lettura: 6 minuti

Com’è nato il Festival Internazionale Pietro Mascagni?

Il festival è nato per volontà dell’amministrazione livornese di realizzare un festival operistico in quanto Pietro Mascagni è uno dei compositori più rappresentati e conosciuti al mondo.

La finalità del Mascagni Festival si è sin da subito basata sulla volontà di far scoprire e riscoprire la produzione musicale e la figura di Mascagni, che può essere definito un vero e proprio influencer dell’epoca, un uomo che faceva moda e tendenza ai suoi tempi.

È stato difficile organizzare un festival totalmente nuovo e farlo esordire durante un periodo di pandemia?

Partire da zero con un progetto del genere è sempre difficile, farlo con un festival dedicato ad un compositore lo è ancor di più. Lo scorso anno ci siamo misurati scrupolosamente con le norme di sicurezza relative al Covid-19: abbiamo organizzato sanificazioni, tamponi e situazioni di distanziamento per portare a termine il nostro progetto.

È stata una scommessa intrisa da un filo di follia: abbiamo inaugurato un festival nell’ estate in cui alcune realtà non hanno deciso di andare in scena.

Abbiamo chiamato il Mascagni festival 2020 puntata “zero” perché non sapevamo cosa sarebbe successo. Abbiamo realizzato un grande palco sulla Terrazza Mascagni e il festival ha avuto successo.

A sostegno dell’operazione c’è stata una parte di videomapping, grazie ad Immersiva, con diverse videoproiezioni sull’ hotel palazzo e addirittura in mare. Abbiamo spinto al massimo l’anno scorso, quindi le aspettative per questa edizione sono molto elevate.

Quanto è stata utile l’amministrazione pubblica per la nascita del Festival Internazionale Pietro Mascagni?

Fondamentale, l’amministrazione ha creduto fermamente nel progetto Mascagni Festival e lo ha sostenuto in tutti i modi possibili.

La scelta di puntare in modo deciso sulla figura di Mascagni ha creato la naturale conseguenza riguardante la creazione del dipartimento Mascagni, in seno alla Fondazione Teatro Goldoni di Livorno: un’area legata unicamente alla figura del compositore, dalla quale sono nate iniziative come la Mascagni Academy, un’accademia di alto perfezionamento per cantanti lirici (abbiamo fortemente voluto fosse gratuita per i partecipanti) che sarà un utile strumento formativo per il nostro festival e che vuole diventare un’accademia di riferimento del verismo.

Alla sua prima edizione il festival ha avuto ottimi risultati, diventando un appuntamento di riferimento per la città di Livorno. Come spiega questo successo? È la prova che le persone hanno voglia di spettacolo dal vivo?

I fattori del successo lo scorso anno a mio avviso sono stati due: il primo è che dopo mesi di pandemia e situazioni a cui nessuno era abituato c’è stato uno spettacolo dal vivo, cosa di cui la gente aveva enormemente bisogno. In secondo luogo, c’era una grande voglia di Mascagni a Livorno.

Nonostante nei lustri precedenti ci fossero state attività legate al compositore, mancava un’attività così incentrata e legata alla sua figura e a tutto ciò che ha portato di buono alla nostra città e all’arte in generale. In virtù di questo, il festival si sta interfacciando con le istituzioni regionali e nazionali per sostenere e finanziare gli eventi che possiamo proporre.

Il vostro esempio porterà a un maggiore investimento nel settore della cultura?

Noi non abbiamo la presunzione di essere esempio per nessuno, iniziamo adesso ed abbiamo solo da imparare da realtà ben più longeve di noi. Il consiglio che do a me stesso e ai miei collaboratori tutti i giorni è uno solo: lavorare pancia a terra.

Sicuramente il successo della prima edizione contribuirà ad aumentare le nostre aspettative e la nostra voglia di ampliare il Mascagni Festival. Per fare un esempio pratico da qui al 2024 vorremmo creare le terre mascagnane (progetto che parte da quest’ anno), una serie di appuntamenti incentrati su Mascagni che coinvolga tutta la provincia di Livorno, comprese le isole. Questo con l’obiettivo di creare un indotto culturale e turistico per la nostra città e, di conseguenza, nuovi posti di lavoro legati al settore della cultura.

La nostra idea è quella di arrivare a coprire con le iniziative del nostro festival comuni come Bibbona, Campiglia Marittima e Castagneto Carducci. In futuro ci piace immaginare che i turisti delle isole dell’arcipelago toscano possano assistere in loco a uno dei nostri eventi e allo stesso tempo possano sapere che a Livorno esiste il Mascagni Festival. Così facendo ci auguriamo di creare, attraverso la cultura, una vera e propria rete.

Il vostro festival punta alla “valorizzazione e diffusione della produzione mascagnana”, con una particolare attenzione per la lirica. Come riuscite ad attrarre il pubblico del futuro? Quali sono i vostri piani per farlo?

Realizzare un festival dedicato ad un compositore operistico nel 2021 non è ovviamente uguale a realizzarne uno, neonato, negli anni ’60 ad esempio. Il mondo è cambiato e uno dei nostri obiettivi è adattarci ai fruitori del 2021.

È ovvio che prima si passava molto più tempo a teatro, adesso sono cambiate molte cose. Il nostro è un festival di contaminazione, Mascagni è stato infatti un uomo che ha seguito le sue idee per quanto varie esse fossero: il maestro di Livorno è stato infatti prolifico compositore, rinomato direttore d’orchestra, rappresentante dell’Italia in numerosi consessi musicali internazionali e sperimentatore di partiture per il cinema (per il quale scrisse la prima colonna sonora Rapsodia satanica, cosa di cui andò sempre particolarmente fiero).

Il nostro Festival sarà negli anni anche una riscoperta della vita di Pietro Mascagni dei suoi rapporti con i librettisti, con Gabriele D’Annunzio, con la moglie Lina Carbognani, con l’amante Anna Lolli e con la sua città natale, Livorno. In merito a questo quest’anno presenteremo “Mascagni e il mare” un monologo di Michele Placido sul rapporto tra il compositore e il mare.

Similmente alla vita di Mascagni, il festival nelle nostre intenzioni deve raccontare e contaminare. Ci saranno reading, brani messi in prova, letture de “L’amico Fritz”, il “Mascagni fuori porta” dove abbiamo fatto una collaborazione col Museo Mascagni di Bagnara di Romagna, in provincia di Ravenna, e per la quale faremo anche un concerto a Gerusalemme.

Di grande importanza il rapporto di stima e fiducia riguardante il comitato promotore Pietro Mascagni, con la quale ho la fortuna di potermi confrontare e consigliare.

Il nostro sguardo è verso l’internazionale e verso la contaminazione. Importantissimo per noi contaminarsi, da soli oggi non si fa più nulla, serve per forza fare rete. Puntiamo a far conoscere il compositore attraverso la varietà.

L’emergenza pandemica ha puntato i riflettori sul problema delle nuove tecnologie applicate al mondo dello spettacolo. Lei pensa che il digitale possa aiutare lo spettacolo dal vivo? Vi è stato utile per la diffusione del Festival Internazionale Pietro Mascagni?

Io credo che non possa sostituire lo spettacolo dal vivo ma può essere uno strumento importante, una risorsa. Ricordo l’operazione del Teatro San Carlo di Napoli di emettere biglietti digitali. È utile e funzionale anche per la diffusione. Al momento non abbiamo in mente nulla legato al digitale L’anno scorso non abbiamo fatto nessuna trasmissione in streaming.

Quali sono i progetti in serbo per la seconda edizione del Festival Internazionale Pietro Mascagni?

Il titolo di questa edizione è Musica Salmastra, ci sono 12 eventi come cartellone di festival più altri 6 eventi come manifestazioni spin off.

Partiamo alle secche della Meloria a Livorno il 25 luglio con “Mascagni e il mare”, un monologo di Michele Placido seguito da Gabriele Baldocci che eseguirà alcune parafrasi mascagnane per pianoforte.

Dal 31 luglio al primo agosto faremo tutta l’opera “L’Amico Fritz” diretta da Gianna Fratta.

Il 13 agosto avverrà la Mascagni Night, una passeggiata musicale da Ardenza ad Antignano composta da 6 postazioni alcune musicali e vocali.

Segue poi la Jerusalem Opera Studio il 18 agosto, due giorni dopo la Puccini Academy e il 24 agosto a Castel Sonnino ci sarà il concerto lirico Verismo al Castello.

29 agosto concerto lirico chiamato “Sotto casa Mascagni” che avverrà sotto la casa del compositore.

Dal 2 al 5 settembre ci saranno le iniziative in Terrazza Mascagni.

Il 2 ci sarà una contaminazione pop, il 3 il concerto sinfonico “da Mascagni a Morricone”, il 4 agosto ci sarà il concerto only pianoforte “Danilo Rea e Mascagni” e l’ultimo giorno avverrà “Le Prospettive dell’Amore”, dove Laura Morante interpreterà la moglie del compositore e Agnese Caraisse nel ruolo dell’amante Anna Lolli.

Il giorno 16 settembre avverranno una serie di eventi come il Concerto Fanfara della Polizia di Stato, Un Palco all’Opera, Around Mascagni e Con occhi dove un’anima sognava.

PROGRAMMA FESTIVAL MASCAGNI 2021

Scritto da

Pisano di nascita e romano d'adozione. Da diversi anni ho sviluppato una grande passione per i film, il cinema e tutto ciò che si lega a esso, dalle origini con Méliès, all'Espressionismo tedesco, fino alla contemporaneità.

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