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L’ARTE SBIRCIATA, IN GIAPPONE LO SPETTATORE ASSISTE ATTRAVERSO UN FORO

Tempo di lettura: 2 minuti

Quel disagio che l’uomo avverte quando l’artificio lo fa sentire lontano dalle proprie radici naturali è chiamato alienazione. Sono forse a rischio le facoltà psichiche di tutti noi che da un anno viviamo un contesto che non ci appartiene? La pandemia, ancora in corso, ha violentato le nostre abitudini, buone o cattive che siano state, gli amanti del teatro e del cinema, delle arti performative, sono in standby, attendono l’apertura dei sipari dietro i televisori assistendo agli streaming live che cercano di allietare, rischiando di alienare, noi spettatori.

L’arte aguzza l’ingegno, così capita che la compagnia di danza giapponese “Moonlight Mobile Theatre” escogiti un nuovo modo per riportare le persone alle loro esibizioni d’avanguardia mantenendo le distanze sociali. Le luci si abbassano, come all’inizio di qualsiasi spettacolo teatrale, il pubblico si sporge in avanti per guardare attraverso una fessura della cassetta delle lettere o uno spioncino nella porta, di fronte a loro gli artisti iniziano a ballare.

Nel 1932 a Bruxelles, due uomini sbirciano, tra gli interstizi di un telo, ciò che noi possiamo solo provare a immaginare, cercando di non farsi scoprire. Il piacere del vedere, la volontà di impadronirsi di un qualcosa tramite la vista, il voyeur per antonomasia è rappresentato da uno scatto di Henri Cartier-Bresson. 90 anni dopo quegli uomini sono costretti a guardare ancora, attraverso un foro, l’arte negata.

Da dicembre 2020 il pubblico giapponese del Moonlight Mobile Theatre si siede su sgabelli in cubicoli separati che circondano il palco, ciascuno con la propria fessura attraverso la quale guardare “sbirciare” i ballerini.

L’uomo è solito fare di necessità virtù, la costrizione dello sguardo attraverso il foro contribuirà certamente ad acuire la vista dello spettatore per concentrarla sull’arte performativa che gli si palesa oltre la barriera. “Strizzava gli occhicontraeva tutta la faccia per sbirciarmi”, scriveva Pirandello, oggi è l’intero corpo che si contrae per cercare gli artisti oltre la barriera.

“Abbiamo creato intenzionalmente piccoli fori e fessure simili a fessure per le cassette postali”, ha detto Nobuyoshi Asai, direttore artistico e coreografo del teatro, spiegando come limitare l’ambito della visione consenta al pubblico di essere più assorbito dallo spettacolo.

La compagnia teatrale ha iniziato questo escamotage a dicembre dopo aver annullato la maggior parte dei suoi spettacoli l’anno scorso a causa della pandemia. Da dicembre, tutti e 12 gli “spettacoli dello spioncino” sono andati esauriti.

L’idea, originale nel suo genere, consente solo a 30 persone l’accesso a ogni spettacolo, non copre i costi delle misure di sicurezza aggiuntive come la disinfezione del luogo. I sussidi governativi aiutano a malapena l’azienda a sbarcare il lunario. Pur riconoscendo le difficoltà, Asai è risoluta nei vantaggi di questa idea.

“Se non lo facciamo, gli artisti perderanno l’opportunità di ballare e recitare”, ha detto. “Vogliamo proporlo come modello per riportare il pubblico nei cinema”.

Il video della performance

Scritto da

Green Event Manager. Direttore editoriale e coordinatore delle attività di redazione della testata “Notizie di Spettacolo” nel 2022. Dal 2014 coordina le attività di Italiafestival, l'associazione dei festival italiani. Ha scritto per diverse testate giornalistiche di attualità, sport e cultura.

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