Le attività dal vivo, con la presenza degli spettatori in sala, potrebbero riprendere presto grazie alla campagna di vaccinazione appena partita? Anche se non ci sarà l’obbligatorietà di vaccinarsi, il governo sta valutando l’adozione di un patentino vaccinale, un premio per chi sceglie di vaccinarsi. Una sorta di identificazione per i vaccinati che non potranno veicolare il virus.
E se il patentino contribuisse alla riapertura dei teatri? I primi spettatori potrebbero essere proprio i vaccinati. Già a novembre il commissario Arcuri aveva anticipato la possibilità d’introdurre un patentino da assegnare a chi si sarebbe sottoposto a vaccinazione. Una piattaforma informatica gestirebbe la verifica della somministrazione per sapere come si chiamano le persone che hanno fatto il vaccino e dove lo hanno fatto, in sostanza chi si sottoporrà al vaccino potrebbe ricevere un documento che attesta l’avvenuta vaccinazione, e con questo potrà, per esempio, prenotare un posto a teatro, una camera d’albergo e un volo aereo in tutta sicurezza.
In Gran Bretagna hanno iniziato a distribuire apposite card alle persone che hanno ricevuto il vaccino, anche se ancora non hanno alcun valore legale e non consentono deroghe in caso di viaggi o per svolgere attività che non siano consentite in questa fase.
Attraverso il patentino vaccinale i teatri potrebbero avere la certezza che lo spettatore è immune al Coronavirus e che potrà sedere in platea senza correre il rischio di contagiare altri spettatori, o di ammalarsi.
Così come la politica sta valutando l’obbligatorietà del vaccino anti-Covid come pre condizione per chi lavora nel settore pubblico, parallelamente lo spettacolo dal vivo, i cinema e le sale per concerti e per la danza, potrebbero favorire l’accesso esclusivamente ad artisti e spettatori vaccinati.
Il ministro della salute Speranza ha dichiarato che “entro metà anno contiamo di riuscire a vaccinare metà della popolazione”, il mondo dello spettacolo dal vivo non può più attendere. Ripartire con il patentino vaccinale è una strada che darebbe ossigeno a tutto il settore dello spettacolo dal vivo e alimenterebbe mente e anima dei suoi spettatori, perché il virtuale non potrà mai bastare.
La chiusura dei teatri sta contribuendo a far ammalare la psiche e il corpo delle persone, è a rischio la salute mentale e fisica della comunità che ha bisogno vitale di luoghi in cui mettersi in scena per capirsi, osservarsi e riconoscersi. Il patentino vaccinale che permetterà l’accesso ai teatri ci farà pagare meno le conseguenze della nostra ignoranza emozionale accumulata in questi mesi, il virtuale può trasmettere tutto quello che è comunicabile ma non può fare nulla per quel nutrimento essenziale per vivere che non si può comunicare, e che ha bisogno dei corpi per essere trasmesso.
I teatri hanno dimostrato di essere luoghi sicuri durante l’estate (vedi “DALLA RIAPERTURA UN SOLO CONTAGIO SU 350MILA SPETTATORI”), riaprirli per i “patentati” è una ipotesi che si spera possa divenire realtà a breve.
