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Professione Orchestra: la sfida nella formazione tra teoria e pratica

Professione Orchestra è un percorso formativo per giovani musicisti under 30 dedicato alla professionalizzazione orchestrale, nato dalla collaborazione tra l’Accademia di Musica di Pinerolo e l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI.

Tempo di lettura: 2 minuti

Giovani altamente formati, ma senza esperienzaIl problema della disparità tra conoscenza teorica e sperimentazione è un nodo centrale e difficile da sciogliere nel sistema della formazione in Italia. Un tema trasversale all’intero sistema di formazione superiore, dalle università ai corsi di specializzazione, dalle materie scientifiche a quelle umanistiche. E la musica, come moltissime professioni artistiche e dello spettacolo, non si sottrae da questa sfida.

Da questa consapevolezza si è sviluppata la necessità di ideare nuovi percorsi di formazione per i giovani, capaci di assottigliare questa disparità tra “teoria” e “pratica”, cercando di favorire una sempre maggiore integrazione nel mondo del lavoro delle nuove generazioni.

Una sfida raccolta dall’Accademia di Musica di Pinerolo e Torino e dall’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI che in partnership hanno istituito Professione Orchestra“: un percorso formativo per giovani musicisti under 30 dedicato alla professionalizzazione orchestrale. Ce ne parla Laura Richaud, direttore dell’Accademia.

Da quale necessità nasce questo corso di formazione sul lavoro?

Il confine tra studio e professione, ambito critico e delicato per qualsiasi attività, risulta fondamentale per tutte le forme di esercizio di un’arte, e in particolare per quella musicale. Se il lavoro “è un’attività produttiva, che implica la messa in atto di conoscenze rigorose e metodiche, intellettuali e manuali, per produrre e dispensare beni e servizi in cambio di compenso, non solo monetario”, per uno strumentista che voglia introdursi all’interno di un complesso orchestrale la transizione tra le esperienze formative e la pratica professionale costituisce un momento decisivo. Supportato dalle conoscenze acquisite con lo studio, è solo l’esercizio pratico in orchestra che permette di acquisire le convenzioni, le gerarchie, la capacità di mediare tra singolo e collettività, di creare insomma tutti gli elementi che trasformano un gruppo di individui in uno strumento musicale unitario qual è un’orchestra. 

Al centro ci sono i giovani, tutti under 30, per agevolare il passaggio tra formazione e professionalizzazione.

L’esperienza orchestrale quanto è più precoce tanto è più efficace. È una vera disciplina, ma è anche un fortissimo stimolo alla capacità di ascoltare e di ascoltarsi, capacità che va coltivata al più presto.

In questa direzione va anche la possibilità di incontro e di dialogo con i professionisti dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI?
L’esperienza con le prime parti dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI è per gli studenti un vero arricchimento. Gli allievi hanno la possibilità di studiare, di suonare accanto al Maestro in orchestra, di sentire dalla loro voce (anche in momento non didattici) le esperienze con i più grandi direttori internazionali, di carpire “segreto” che durante la lezione tradizionale non possono emergere.

Il progetto propone anche con i due incontri dedicati al benessere psicofisico del musicista, di cui forse si parla troppo poco.

Sì, se ne parla troppo poco, ma in realtà è una parte della formazione a parer mio fondamentale. Il rilassamento e la respirazione sono elementi dirimenti sia in fase di studio, sia nella preparazione di un concorso per poi arrivare alle performance pubbliche. 

Quali sono le criticità maggiori che i giovani riscontrano dopo la fine di questi percorsi di studio? 

Molti nostri allievi, al termine del percorso completo di Professione Orchestra, vincono i Concorsi per entrare nelle orchestre italiane. Ma il problema di fondo è che il sistema musicale in Italia, al contrario dell’Europa, ha pochissime orchestre e quindi molti dei nostri ragazzi sono costretti a cercare all’estero la loro sistemazione professionale, “regalando” così ad altri il complesso e ricco bagaglio formativo che hanno nel tempo approntato nel nostro Paese. 

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