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SALTA LA PRESENTAZIONE DELLA SCALA. IN FORSE LA “PRIMA”

Salta la presentazione della stagione al Teatro alla Scala di Milano

Tempo di lettura: 2 minuti

“In considerazione dell’evoluzione dell’epidemia negli ultimi giorni in
Italia e in Europa nonché della conseguente incertezza del quadro normativo, il Teatro alla Scala rinvia la conferenza stampa di presentazione del calendario da dicembre 2020 a marzo 2021, prevista per oggi. Restano al momento confermati gli spettacoli in programma fino a lunedì 19 ottobre compreso. Il Teatro alla Scala segue l’evolversi della situazione e darà comunicazione rispetto alle rappresentazioni successive non appena il quadro normativo sarà chiarito”.
Con questo comunicato la Scala di Milano ha annunciato ieri, a due ore dall’inizio della conferenza stampa programmata, che l’evento non avrebbe avuto luogo. La presentazione della stagione – prudentemente studiata in forma ridotta, da dicembre a marzo 2021 – non c’è stata. Cosa mai accaduta dal dopoguerra.
Troppe, infatti, le incertezze causate dal picco di contagi da Covid che stanno attanagliando in questi giorni il Paese, ed in particolarmente la Lombardia e la città di Milano.
Si resta quindi in attesa delle mosse del Governo e delle nuove norme che potrebbero farsi più stringente. Peraltro, la deroga che consentiva al Teatro di aumentare la capienza da 200 a 700 posti è scaduta il 15 ottobre ed è stata rinnovata solo per tre giorni, ossia fino a lunedì, quando andrà in scena l’Aida diretta da Riccardo Chailly. Da quel momento in poi, come dice il detto, “chi vivrà vedrà”. E dire che la prossima settimana il palco dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) ospitare le voci di Marina
Rebeka, Anna Netrebko e Jonas Kaufmann.
Ma a questo punto un grosso punto esclamativo regna sovrano, e non è da escludere che in discussione possa essere messo anche l’evento clou della Scala, ossia la Prima del 7 dicembre, con Lucia di Lammermoor (alla direzione Chailly, alla regia Kokkos, e protagonisti Lisette Oropesa e Juan Diego Flórez).
I luoghi di spettacolo sono, numeri alla mano, sicuri, come dimostrato dallo Studio dell’Agis ormai diventato virale (da metà giugno a inizio ottobre un solo contagio su 350mila presenze). La speranza è che queste cifre possano indurre il Comitato Tecnico Scientifico a scelte sagge e coerenti nei confronti di un settore, quello dello spettacolo, che sta dimostrando un rigore inappuntabile verso la salute del proprio pubblico.

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