L’Arena di Verona è universalmente riconosciuta come uno dei simboli dell’Italia e della sua cultura nel mondo. Una storia fatta di tradizioni e di spettacoli che l’ha reso il più grande teatro d’opera del mondo all’aperto. Quest’anno la Fondazione festeggia la centesima edizione dell’Arena di Verona Opera Festival “Cento anni in una notte” portando sul palco lo stesso titolo con cui cominciò tutto nel 1913: l’Aida di Giuseppe Verdi.
La “Prima” del capolavoro verdiano, opera simbolo dell’Arena fin dalla fondazione del festival, è in programma venerdì 16 giugno alle 20:35 ed è anche trasmessa da Rai Cultura in diretta in mondovisione su Rai1. Un cast di altissimo livello che prevede il soprano Anna Netrebko nel ruolo di Aida, affiancata dal tenore Yusif Eyvazov (Radamès), diretti dalla bacchetta di Marco Armiliato. Insieme a loro sono impegnati Olesya Petrova (Amneris) e Roman Burdenko (Amonasro). La regia è affidata a Stefano Poda, che debutta quest’anno all’Arena, curando ogni dettaglio della nuova produzione. La serata sarà condotta da Milly Carducci con la partecipazione straordinaria di Alberto Angela e Luca Zingaretti.
In realtà, la storia della Fondazione dell’Arena di Verona supera di poco le cifre tonde dei cento anni. Inaugurata con la prima edizione nel 1913, nel corso dei suoi centodieci anni di vita alcune stagioni sono state interrotte a causa delle Guerre Mondiali e della più recente pandemia da Coronavirus.
«Si tratta del coronamento di un lungo lavoro – dice Cecilia Gasdia, Sovrintendente e Direttore Artistico di Fondazione Arena – dopo gli sforzi del risanamento e il biennio pandemico. Un successo possibile grazie a tutti i lavoratori della Fondazione, al Consiglio d’Indirizzo, alle Istituzioni e alle forze congiunte dei mecenati delle 67 Colonne per l’Arena di Verona, progetto giunto alla terza edizione, di partner e sponsor. A loro va tutta la nostra gratitudine».
“Un evento straordinario al quale Rai e Rai Cultura non potevano mancare. Cento anni di grandissima opera in uno dei teatro più belli del mondo” dichiara Silvia Calandrelli, direttrice di Rai Cultura. “Un inno alla bellezza, a Verdi e un inno all’Italia che condivideremo con tutto il mondo”.
“Cento anni sono un traguardo importante per questo monumento che ha un valore iconico nel mondo e che continua ad avere una sua funzione e una sua prassi. L’unicità dell’Italia è data dalla varietà e molteplicità dei suoi luoghi. Verona e la sua Arena sono certamente espressione di questi valori e della cultura che rappresenta” sottolinea il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
Una grande festa di compleanno a cielo aperto, che vedrà la partecipazione di tanti ospiti in occasione del primo centenario del Festival lirico. Prima fra tutti l’attrice Sophia Loren che sarà presente nella serata di inaugurazione del 16 giugno come madrina della serata. Tanti anche gli ospiti nazionali e internazionali della lirica e non solo attesi nel corso della stagione di quest’anno, dal tenore Juan Diego Flòrez a Roberto Bolle, fino all’Orchestra e al Coro del Teatro alla Scala di Milano diretti da Riccardo Chailly.
L’eccezionalità di questa edizione si rispecchia non solo nel grande parterre di sponsor e di istituzioni che hanno partecipato alla realizzazione di questa stagione, ma anche nell’inaugurazione, dell’Arena con Müller, di un progetto importante di inclusione che coinvolgerà mille persone con disabilità e i loro accompagnatori, dando a tutti la possibilità di seguire lo spettacolo.
Un’edizione speciale dell’Arena di Verona Opera Festival, che guarda al futuro ma dialoga con il passato. Ne abbiamo parlato con Cecilia Gasdia, Sovrintendente e Direttore Artistico di Fondazione Arena
Il Festival dell’Arena di Verona compie cento anni. É emozionata per questo traguardo?
È un’emozione grandissima. Del resto, quando sono stata nominata sovrintendente nel 2018 avevo già cominciato a pensare all’obiettivo della centesima stagione. L’Arena di Verona per me, come per molti veronesi, è la culla e il cuore della città. Ho cominciato a frequentarla quando avevo 5 anni, ho lavorato come comparsa, come artista del coro, come artista solista, e ho passato più di 25 anni in questa magnifica Arena, per poi tornarci come sovrintendente.
Come il Festival ha trasformato la città e viceversa in questo secolo di attività dell’Arena di Verona?
Il Festival ha un legame fortissimo con la città e viceversa, e questo ha creato un indotto economico nei decenni molto importante. Si parla di oltre 400 milioni di euro l’impatto dell’Arena sul territorio veronese.
La cosa bella dell’Arena è che ha un pubblico estremamente eterogeneo e chiunque può vedere lo stesso spettacolo contemporaneamente a qualsiasi prezzo; quindi, è anche il teatro popolare per antonomasia. Un teatro accessibile, ancora di più quest’anno che ci siamo dedicati molto all’accessibilità per persone con disabilità.
I prossimi obiettivi della Fondazione?
Intanto abbiamo l’anno prossimo la stagione pucciniana, perciò anche noi ci stiamo preparando a rendere un grande omaggio a Puccini che fra l’altro fu presente nel 1913 alla prima dell’Aida. Chissà se nella sua mente aveva idea che un giorno anche le sue opere sarebbero state rappresentate su quell’enorme palcoscenico.
