L’incontro tra Cinema e Scuola può e deve essere una possibilità per i nostri giovani e per il nostro paese. L’educazione allo spettacolo e all’audiovisivo è in grado di contrastare il fenomeno della dispersione scolastica e allo stesso tempo è un incentivo, per studentesse e studenti, a conoscere la ricchezza del nostro patrimonio culturale.
Ne è convinto Giuseppe Pierro, Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale (USR) per la Sicilia, uno degli enti promotori dell’iniziativa insieme al Ministero dell’Istruzione e del Merito e dal Ministero della Cultura e all’Istituto Comprensivo Statale ‘Giuliana Saladino’ di Palermo delle Giornate Nazionali del Cinema per la Scuola 2023.
Si sono concluse le Giornate del Cinema per la Scuola 2023, quest’anno per la prima volta a Palermo. Cosa ci può raccontare?
Per Palermo è stata sicuramente un’opportunità. Abbiamo scelto di ospitare queste Giornate in un luogo anche simbolico, quello dei Cantieri Culturali alla Zisa: una sorta di incubatrice di realtà culturali di vario genere, che il Comune ha recuperato e adibito a questo scopo. Sono state tre giornate assolutamente positive, con una forte risposta del mondo del cinema e di tutte le associazioni categoria, tra cui Agis, Anec e Acec, così come i registi che hanno partecipato presentando i loro film. Stiamo facendo un’opera di sensibilizzazione culturale, perché tutti stanno comprendendo quanto sia importante che il cinema entri a scuola.
Ed è anche un segnale importante rispetto a un altro fenomeno, come quello della disparità territoriale?
Proprio per questo abbiamo voluto organizzare la manifestazione qui in Sicilia, a Palermo, in un luogo come i Cantieri Culturali, grandi spazi restituiti alla cittadinanza che ne può fruire per attività culturali e didattiche.
Ci sono ragazze e ragazzi che nella loro vita non hanno mai messo piede in una sala cinematografica, o perché non ne hanno la possibilità o perché nessuno ha mai fatto conoscere loro questa forma di arte e di spettacolo.
Portare queste Giornate a Palermo ha avuto anche questo valore.
Al centro dell’iniziativa c’è l’incontro tra il mondo della Scuola e quello del Cinema. Perché è fondamentale promuovere questo dialogo?
Quest’anno abbiamo voluto pensare le tre Giornate come un momento di alta formazione dedicato agli operatori di educazione visiva, selezionati con i bandi del Cinema per la Scuola, in modo che possano essere “formatori dei formatori”. Sono stati più di 300 i partecipanti all’iniziativa, e al rientro potranno organizzare sul proprio territorio i corsi di formazione per tutti i docenti incentrati su come integrare il cinema nella didattica.
La formazione è stata di altissimo profilo, grazie alla numerosa partecipazione degli enti che si sono resi disponibili a questa iniziativa.
Promuovere l’incontro del cinema nelle scuole è un doppio valore: da una parte formare i nuovi spettatori ed educare i giovani alla fruizione del prodotto audiovisivo e cinematografico nelle sale; ma per farlo è necessario conoscere questo mondo, e di qui l’importanza di insegnare la storia del cinema a scuola.
Il cinema, quindi, come stimolo aggiuntivo per la didattica scolastica.
Il cinema offre numerosi spunti alla didattica, da tanti di vista.
Mercoledì abbiamo concluso con Matteo Garrone, che ha portato un tema di stringente attualità nel suo film. Insieme abbiamo riflettuto sul ruolo del cinema in grado di evocare immagini ed empatia. Ancor di più in un momento in cui i ragazzi, che fruiscono delle immagini soltanto attraverso i social, corrono il rischio di interpretare la realtà solamente attraverso questi strumenti.
Ecco perché il cinema può rappresentare una lente per imparare a leggere criticamente la realtà.
Quali sono gli strumenti che i giovani possono utilizzare?
Una delle componenti del Piano Cinema dei bandi che presentiamo alle scuole sono proprio rivolti anche alla realizzazione di laboratori dedicati ai giovani. È utile che i ragazzi sappiano che l’industria culturale italiana è un patrimonio enorme e che può dare occasioni di lavoro. Per questo è importante fornire loro la possibilità di cimentarsi, fare pratica e conoscere i mestieri legati al cinema: dal ciakkista al produttore, così come il regista e l’attore.
L’educazione all’arte e allo spettacolo può aiutare a contrastare il fenomeno della dispersione scolastica?
Il messaggio che abbiamo voluto dare durante queste giornate è proprio questo: il cinema può aiutare a migliorare la didattica, ed è un aiuto anche per gli insegnanti. Noi ne siamo consapevoli e abbiamo tanti progetti che lo dimostrano.
Laddove la didattica tradizionale è prettamente disciplinarista rischia di demotivare o allontanare dalla scuola soprattutto quei studenti che soffrono condizioni di deprivazione socioeconomica e culturale, li può demotivare o allontanare dalla scuola.
L’obiettivo è fornire a questi ragazzi strumenti attraverso i quali possono riacquistare la motivazione e il desiderio di ritornare a scuola, perché possono sperimentare una didattica innovativa, che non è solo tecnologia. Per una didattica innovativa non è sufficiente portare una lavagna multimediale in classe. C’è bisogno di innovare la didattica in sé.