Avvicinare un pubblico nuovo e rinforzare il legame con quello tradizionale. Il mondo dello spettacolo ha già sperimentato in diverse forme e dimostrato come la commistione tra lo spettacolo dal vivo e quello online non sia un ostacolo da evitare, quanto una direzione da esplorare e declinare per fornire agli spettatori in nuovo strumento per valorizzare la nostra cultura e le nostre opere.
In quest’idea si inserisce LaScalaTV, la nuova piattaforma in streaming del Teatro alla Scala di Milano, online da giovedì 9 febbraio. Un servizio che raccoglie al suo interno sia le nuove produzioni operistiche e lirico-sinfoniche del Teatro, sia un archivio prezioso dei nastri più importanti del passato.
Un nuovo canale di comunicazione capace di connettere pubblici diversi, a dimostrazione della profonda importanza di offrire un servizio che non sostituisca lo spettacolo dal vivo, ma che si accompagni ad esso come ulteriore strumento di conoscenza e di supporto.
Lo spiega Dominique Meyer, sovrintendente del Teatro alla Scala.
Si comincia con la prima diretta il 14 febbraio in streaming dei Vespri Siciliani. La scelta di quest’opera è casuale oppure si inserisce nel grande progetto di Viva Verdi?
La scelta è stata fatta ben prima del progetto di “Viva Verdi”. Abbiamo iniziato a fare delle riprese, senza mandarle in onda, da più di un anno in modo da avere già un catalogo a disposizione. E poi naturalmente volevamo iniziare con una diretta verdiana. La prima occasione è stata quella dei Vespri Siciliani, e quindi si è deciso di aprire così LaScalaTv.
Lo streaming dell’Opera non è una nuova esperienza: già la pandemia aveva obbligato i teatri a ripensare nuovi modi di fruizione degli spettacoli. Cosa abbiamo imparato da quest’esperienza?
Ho iniziato a lavorare a una piattaforma di streaming nel 2013 all’Opera di Vienna. Lì abbiamo inventato questo sistema e mandato in onda 350 trasmissioni. Quando è iniziata la pandemia io ero contemporaneamente qui alla Scala e a Vienna. Lì abbiamo sfruttato questo catalogo costruito in sei anni e mezzo di lavoro e abbiamo mandato in onda ogni sera una recita diversa. Ho sempre pensato che, sfruttando l’evoluzione delle tecnologie, i teatri dovessero riprendere in mano il proprio futuro. Se i grandi teatri ne hanno la possibilità, aggiungere al loro organico e al loro budget un progetto di streaming da affiancare allo spettacolo dal vivo consente di mettere a disposizione del pubblico una grande varietà di spettacoli. E questa è un’idea nata ben prima della pandemia.
Lo streaming non può sostituire la presenza fisica negli spettacoli dal vivo, come naturalmente in teatro, ma può aiutare a intercettare un nuovo pubblico? Teatro in presenza e teatro online possono coesistere e farsi forza l’un l’altro?
Una delle grandi differenze è che uno spettacolo visto in streaming lo si può vedere in tutto il mondo e lo si può comunicare ovunque. Questo discorso lo si può ampliare alle scuole, agli istituti italiani di cultura all’estero, fino a preparare dei programmi specifici per la formazione. Tradurre con i mezzi moderni l’idea che aveva avuto già Paolo Grassi a suo tempo: portare la lirica alla conoscenza dei bambini.
LaScalaTv apre nuove prospettive per la formazione musicale e culturale delle nuove generazioni, grazie anche alla storica collaborazione tra il Teatro e le scuole primarie e secondarie sempre ravvivata dal Servizio Promozione Culturale.
Faremo dei programmi specifici che permetteranno alle scuole di assistere alle prove e alle rappresentazioni di uno spettacolo. È una cosa alla quale credo molto e che porto avanti da anni. Già a Vienna lavoravo con oltre 700 scuole. Numeri importanti che testimoniano come grazie a questo sistema si possa arrivare a toccare molto di più il cuore dei più piccoli.