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Progetto Cinecittà, modifiche agli obiettivi PNRR e investimenti internazionali sul cinema italiano

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Il progetto Cinecittà prosegue, anche se con qualche piccola deviazione di percorso. A sfumare, per ora, dalla quarta rata del PNRR è il piano di costruzione degli otto nuovi studios di Torre Spaccata, non più previsti per la data inizialmente fissata di giugno 2026. Il numero di spazi in programma passa così da 17 a 9, e comprende la costruzione di 5 nuovi teatri di posa e la ristrutturazione di 4 teatri nei terreni storici degli stabilimenti cinematografici di Cinecittà.

È quanto emerge dall’ultima relazione sullo stato di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), aggiornata al 31 maggio 2023, secondo cui il programma “Cinecittà” è stato parzialmente modificato e rivisto al fine di allineare gli obiettivi previsti dal Piano con i tempi e le risorse disponibili.

Punto fondamentale del progetto era la costruzione di 17 spazi cinematografici (13 nuovi studi e 4 restaurati) previsti entro giugno 2026, con l’obiettivo di rafforzare la competitività del settore cinematografico e audiovisivo italiano, mitigando i danni causati dalla pandemia e favorendo la crescita economica, sociale e occupazionale all’interno del settore.

L’incremento dei costi delle materie prime e delle fonti energetiche necessarie hanno così costretto il Governo a presentare alla Commissione europea alcune modifiche riguardo il capitolo “Sviluppo industria cinematografica”. 

GLI ACCORDI TRA CINECITTÀ E CDP

L’accordo tra Cinecittà e Cassa Depositi e Prestiti Italia sull’ampliamento degli stabilimenti cinematografici sui terreni di Torre Spaccata rischia di subire qualche modifica nell’indirizzo di percorso. 

Negli scorsi mesi, Cinecittà e Cdp avevano raggiunto un primo accordo preliminare per l’acquisto dei 31 ettari di territorio adiacenti a quelli degli studios al prezzo di 17,8 milioni di euro. All’appello mancano ancora il parere definitivo del ministero dell’Economia e l’approvazione del Progetto urbano da parte di Roma Capitale in coerenza con le previsioni del Piano regolatore, che sono previsti entro la fine del 2023.

Come riportato da Repubblica: l’acquisizione di questi nuovi terreni è l’unica fase del progetto Cinecittà-PNRR per la quale è stata chiesta la rimodulazione: non più acquisizione e costruzione di nuovi teatri sul sito di Torre Spaccata per il 2026 ma solo l’acquisizione del lotto entro quella data.

Un ulteriore nodo che rischia di imbrigliare ancora di più l’accordo è il tema sollevato da alcuni attivisti e residenti della zona contro la “cementificazione” dell’area verde del “pratone” di Torre Spaccata.

IL PROGETTO “CINECITTÀ 2”

Ma Cinecittà potrebbe non essere l’unico polo di investimento e di ripartenza per il cinema italiano. Si è detto interessato ad investire nella costruzione di nuovi teatri e spazi di produzione cinematografica in Italia anche Tarak Ben Ammar, proprietario della Eagle Pictures, durante l’Audio Visual Producers Summit a Trieste.

In Italia c’è richiesta di prodotto che Cinecittà non riesce a soddisfare. I nuovi studi di produzione saranno un completamento. Tant’è che li vorrei chiamare Cinecittà 2» ha dichiarato l’imprenditore franco-tunisino, secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore.

La proposta avanzata da Ammar conferma l’interesse e la volontà a livello internazionale di investire nel settore audiovisivo e cinematografico italiano.

«Sono felice che Tarak Ben Ammar abbia intenzione di investire in Italia, la competizione è sempre uno stimolo e può portare ad una crescita complessiva del mercato. Detto questo Cinecittà non prevede di cedere il proprio marchio». Così ha risposto Nicola Maccanico, Amministratore Delegato di Anica Servizi, all’idea dell’imprenditore Ammar, in una dichiarazione riportata da Ansa, precisando di non aver ancora affrontato l’argomento con l’ad di Cinecittà.

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