La sala concerti Apolo di Barcellona ha ospitato sabato 500 persone che si sono sottoposte a test rapido antigienico al fine di ipotizzare una riapertura dei luoghi dello spettacolo. Un totale di 500 persone hanno partecipato all’evento dopo essersi sottoposti ad un test antigienico salivare poche ore prima dell’evento, nella vicina piazza La Xemeneia, per identificare possibili casi positivi di covid-19. Un vero e proprio test pilota per chi, dopo mesi di assenza dai concerti ha potuto assistere all’evento all’interno del locale Catalano.
La proposta, consentita dalle autorità spagnole è stata confezionata dall’associazione di festival di Musica-FMA in collaborazione con il Primavera Sound, la Fondazione per lotta contro il SIDA e le malattie infettive e l’ospedale universitario Germans Trias i Pujol di Badalona.
Tutti gli spettatori si sono sottoposti volontariamente al test e solo dopo aver ricevuto il via libera per assistere al concerto, sono stati convocati a partire dalle 17:00 per un controllo della temperatura. A tutti i partecipanti è stata inoltre consegnata una maschera FFP2 ed è stato richiesto di installare l’app “radar covid”, la cugina iberica della nostra immuni.
Il pubblico ha avuto modo di poter ballare, accomodarsi nella zona dedicata al bar e rivivere per un giorno l’esperienza del live.
Preme sottolineare come i 500 volontari siano stati nuovamente convocati il 20 dicembre per sottoporsi ad un test rinofaringeo molecolare così da capire se le misure di prevenzione adottate durante l’evento abbiano avuto successo.
Tra le note del quotidiano catalano si legge inoltre la disapprovazione da parte degli organizzatori ed i partner dell’evento nel non aver ottenuto dal PROCICAT, l’equivalente della nostra protezione civile l’autorizzazione a procedere con un totale di mille persone. Dato, come evidenziato dall’ospedale universitario Trias I Pujol avrebbe avuto una valenza più significativa, sia per capire l’effettuale validità del test antigienico rapido sia per avere un campione scientifico più importante da poter analizzare .
Sia chiaro, si tratta di solo un test, tutti dobbiamo stare molto attenti e ligi alle regole, ma, come più volte ha sottolineato in questi mesi la nostra testata, l’Europa a differenza del nostro Paese dimostra un’attenzione ed un sensibilità particolare nei confronti dello spettacolo, tentando di guardare al futuro sperimentando ipotesi per poter rilanciare il comparto.
Noi in Italia continuiamo a non ipotizzare un futuro per il settore, la lentezza decisionale è mascherata da operazioni di ristoro che probabilmente non saranno incisive nel lungo periodo. Nel frattempo molte realtà continuano a chiudere e lo spettacolo dal vivo continua a lottare per mantenere il rapporto con il proprio pubblico.
fonte:
El Periodico
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