«Si tratta di una giornata storica non solo per il nostro Paese, ma per il mondo intero ed in particolare per il settore del teatro, della musica e di tutto lo spettacolo» commenta soddisfatto Fulvio Macciardi, presidente dell’Anfols, la nomina del canto lirico italiano all’interno del Patrimonio immateriale dell’umanità.
Da molti anni l’Associazione che riunisce al suo interno e rappresenta le 12 Fondazioni Lirico Sinfoniche in Italia, dall’Arena di Verona al Teatro Lirico di Cagliari, si impegna in prima linea per promuovere e tutelare gli interessi dei Teatri Lirici Italiani e dei loro lavoratori.
Sul lavoro di Anfols e sul significato di questo importante riconoscimento da parte dell’UNESCO ne parla a Notizie di Spettacolo il presidente Macciardi, sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna.
Il canto lirico diventa patrimonio immateriale dell’umanità: da quanto aspettavate questo riconoscimento e cosa significa per chi lavora in questo settore?
«Si tratta di una giornata storica non solo per il nostro Paese, ma per il mondo intero ed in particolare per il settore del teatro, della musica e di tutto lo spettacolo.
Il riconoscimento da parte dell’UNESCO del canto lirico italiano come patrimonio immateriale dell’umanità ci riempie di gioia e soddisfazione ed è un’attestazione di valore assoluto per una forma d’arte che ha segnato la storia della musica e della cultura.
Quella dell’opera è una storia che affonda le sue radici nel tardo Rinascimento con il “Recitar Cantando” e che oggi viene finalmente riconosciuta come un elemento fondamentale della cultura e dell’identità dell’essere umano.
Vorrei esprimere un particolare ringraziamento al Ministro Sangiuliano ed al Sottosegretario Mazzi che hanno fortemente sostenuto questa fase finale con convinzione non comune»
Qual è stato il ruolo di Anfols in questo percorso?
«L’Anfols, Associazione Nazionale delle Fondazioni Lirico Sinfoniche, ha avuto un ruolo fondamentale nel riconoscimento del canto lirico italiano come patrimonio immateriale dell’umanità. La nostra associazione rappresenta le eccellenze italiane ed ha promosso con convinzione questa candidatura all’UNESCO: un tesoro come l’opera lirica merita di essere riconosciuta e tutelata in tutto il mondo».
Quali saranno i risultati di questo riconoscimento? E in che modo potrà influire su tutto il mondo del canto lirico in Italia?
«L’opera lirica, così come più in generale tutto il mondo dello spettacolo, è un settore estremamente significativo per l’economia italiana, e genera un indotto molto importante. Non solo per quanto riguarda le attività artistiche, ma ha una grande rilevanza anche per molti settori correlati, che vanno dai trasporti fino al turismo.
Nei nostri teatri lavorano migliaia di professionisti e maestranze, e questo riconoscimento è una medaglia per tutti coloro che ogni giorno s’impegnano con passione e dedizione nel promuovere questa forma d’arte».
In che modo l’opera lirica contribuisce a rafforzare e promuovere la cultura italiana all’estero?
«La lirica è un’ambasciatrice della cultura italiana all’estero nelle sue diverse forme, ed è uno strumento insostituibile per la diffusione e la conoscenza della lingua italiana in tutto il mondo. Le opere dei grandi compositori italiani, come Verdi, Puccini, Rossini e Donizetti, sono rappresentate in ogni angolo della terra e sono apprezzate da un pubblico sempre più vasto. Sono inoltre un importante elemento di diplomazia culturale: in ciascuna delle nostre tournée all’estero noi celebriamo il senso di essere italiani in un mondo sempre più globale».