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In foto, dalla sinistra: Fulvio Macciardi, Gianmarco Mazzi, Antonio Parente

Anfols, Ministero della Cultura

Disegnare il futuro dell’Opera: “l’arena” d’incontro voluta dal MiC e da ANFOLS

Tempo di lettura: 3 minuti

Immaginare l’Opera nel Futuro, partendo da ciò che l’opera è e rappresenta nel presente, per disegnare il suo avvenire. All’indomani della prima della centesima edizione del Festival all’Arena di Verona, sabato 17 giugno a Verona, nella sede di Palazzo della Gran Guardia (di fronte all’Arena in piazza Bra), si è tenuto l’incontroL’Opera nel futuro”, organizzato dal Ministero della Cultura e da ANFOLS (Associazione Nazionale Fondazioni Lirico-Sinfoniche).

Non una classica tavola rotonda ma un’arena di incontro e dibattito di diverse posizioni fortemente voluta dal sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi, in cui addetti ai lavori ed esperti del settore (dai musicologi ai critici, ma anche artisti e manager dello spettacolo) potessero contribuire ad individuare spunti di riflessione e soluzioni alle problematiche del settore a livello orizzontale, in aperto dialogo con le istituzioni.

All’evento hanno partecipato il Sottosegretario di Stato al Ministero della cultura, con delega alla musica e allo spettacolo, On.le Gianmarco Mazzi, il Presidente di ANFOLS Dott. Fulvio Macciardi e il Direttore Generale dello Spettacolo, Dott. Antonio Parente. Presenti anche i sovrintendenti e i rappresentanti delle diverse fondazioni e associazioni di professionisti che ruotano intorno al mondo della lirica.

Molte le lenti di lettura emerse nel corso dell’incontro che hanno delineato i diversi percorsi che i teatri saranno chiamati a prendere in futuro. L’attenzione è rivolta soprattutto ai giovani e alla ricerca di un nuovo pubblico, senza però voltare le spalle a quello già conquistato. Partire dalle scuole e dai territori per allargarsi sempre di più e aprirsi alle comunità, cercando una via che unisca l’innovazione alla formazione e alla sostenibilità del teatro.

Proprio sul tema dell’innovazione si sviluppa il secondo indirizzo emerso nel corso della giornata, che lega i teatri alle necessità e alle opportunità offerte dalle nuove tecnologie: dalle piattaforme di streaming all’utilizzo dei social media come nuovi ambienti di dialogo e di rapporto con il pubblico. Ma si parla anche di nuove produzioni e della rilettura dei grandi classici declinati nel contesto contemporaneo. Tutto questo indica la necessità di costruire un teatro d’opera eclettico, che si contamini di generi, luoghi e discipline diverse.

Particolare attenzione è stata rivolta anche al comparto della danza e ai corpi di ballo. Nel corso dell’incontro sono intervenuti portavoce delle diverse compagnie di danza che auspicano un rafforzamento strutturale del settore, dal tema della formazione dei giovani alle diverse opportunità per i professionisti e per le associazioni e le fondazioni dei corpi di ballo in Italia.

Una riforma che non si limiti solamente all’opera e al balletto, ma che possa riordinare l’intera struttura gestionale e amministrativa delle Fondazioni lirico-sinfoniche. Uno spazio aperto dalla legge 106/2022, che stabilisce i principii e le linee guida di riforma del settore dello spettacolo dal vivo e della creazione di un nuovo «codice dello spettacolo».

Tra i punti chiave emersi nel corso dell’incontro ci sono la revisione e semplificazione dei meccanismi di finanziamento delle Fls e un inquadramento più nitido delle figure del sovrintendente e del direttore artistico dei teatri. Centrale è anche l’attenzione dedicata ai lavoratori dello spettacolo, con riguardo ai criteri di retribuzione e alla tutela dell’opera intellettuale sul tema del diritto d’autore.

«Durante il dibattito sono state espresse idee e riflessioni, tutte di grande interesse – dichiara il presidente ANFOLS Fulvio Macciardi a seguito dell’incontro “L’Opera nel Futuro” – è necessario ora creare una sintesi su quanto emerso oggi e, a questo scopo, stiamo organizzando un secondo incontro, che si terrà il 6 luglio al Ministero della Cultura, titolato “L’Opera: tra resilienza e nuovi modelli di gestionali”».

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