Mahmood e Blanco
riconquistano il primo posto.
Il Gianni nazionale sale sul podio.
Dopo due serate del Festival di Sanremo, un male oscuro avrà colpito gli italiani.
L’ansia dell’attesa ha tormentato con mille dubbi e altrettante domande chi, insoddisfatto delle prime due serate, si chiedeva cosa sarebbe cambiato ripetendo tutte le 25 canzoni in gara.
Ovviamente nulla.
Le canzoni hanno mantenuto il loro basso livello qualitativo, nonostante gli sforzi di Amadeus, sempre più a suo agio e dominatore della scena, di spiegarne i contenuti.
Eppure qualcosa di inatteso e, addirittura sorprendente, è accaduto.
Dopo gli auguri del “bravo presentatore” al Presidente Sergio Mattarella, le prime trascurabili esibizioni di Giusy Ferreri, Highsnob e Hu, Aka 7ven, e quella incoraggiante di Fabrizio Moro, ecco il primo miracolo.
Drusilla Foer
Dopo le prime due serate, durante le quali Ornella Muti e Lorena Cesarini hanno dimostrato cosa sia il vuoto assoluto, la scelta di Amadeus è ricaduta su Drusilla Foer.
Avvolta in un abito lungo e nero, l’alter ego di Gianluca Gori, si è fatta apprezzare per i suoi interventi raffinati e ironici. Mai fuori luogo, ha saputo gestire i suoi spazi con disinvoltura.
Una presenza che lascerà il segno in questa edizione del Festival di Sanremo per lo scambio di battute feroci con Iva Zanicchi al momento della presentazione dell’aquila di Ligonchio.
“Quanto sei alta!”, ha detto la cantante rivolta a Drusilla. La replica: “Più di te“. Iva: “Hai anche altre cose più di me”. E la Foer: “Sono colta”.
Una risposta che ha gelato la Zanicchi.
Nonostante il palcoscenico del Teatro Ariston sia il tempio della canzone, Drusilla Foer ha mostrato grande padronanza scenica e del linguaggio nel suo ultimo intervento.
Nel monologo privo di aggressività e turpiloquio ha sostituito il termine diversità con unicità (“L’unicità” secondo Drusilla Foer).
«una parola che piace a tutti perché tutti noi siamo capaci di notare l’unicità degli altri e pensiamo di essere unici».
Altrettanto elegante è stata quando ha cantato ‘Guerra’.
Roberto Saviano
Monologo al quale non si è sottratto Roberto Saviano per ricordare Falcone e Borsellino. Verrebbe da chiedersi quanto reale sia stata la volontà di rendere omaggio ai due giudici uccisi dalla mafia e quanto dietro a tutto ciò ci sia stata una bieca promozione del suo prossimo programma in RAI. Il dubbio resta (Saviano ricorda Giovanni Falcone e Paolo Borsellino).
La gara
Il palco sanremese non è adatto ai monologhi e alle battaglie politiche. La pandemia sta lasciando segni profondi in ognuno di noi e tutto quello di cui si ha necessità è di ritrovare la leggerezza smarrita. Le canzoni sono la giusta medicina.
Una cura che ieri sera ha guarito la voce smarrita dai cantanti. Non più stonature o voci soffocate dal volume eccessivo dell’orchestra. Tutto è sembrato tornare alla normalità.
E’ stato il secondo miracolo della serata.
Finalmente i testi erano comprensibili e, addirittura, si coglievano sfumature mai ascoltate finora. Tutto questo non ha cambiato la qualità dei brani. A beneficiarne è stato solo un ascolto vero.
Se l’audio è migliorato, altrettanto non si può dire del look della maggior parte dei cantanti.
Sgradevoli la canottiera di Giovanni Truppi, il vestito osè di Giusy Ferreri che metteva in bella evidenza le maniglie dell’amore, i guanti improponibili di Rkomi, il mix and match di Dargen D’Amico, l’impresentabile total red di Michele Bravi.
Tutto è sembrato essere stato prelevato dalla Bottega degli Orrori. Ad elevarsi, in questa gara di cattivo gusto, il vestito da piumino della cipria di Orietta Berti.
Nota finale alle due standing ovation della serata.
Quella tributata a Gianni Morandi, al termine della sua esibizione, e quella concessa a Cesare Cremonini, ospite canoro della serata. Il cantante bolognese dopo aver eseguito un medley dei suoi maggiori successi e il suo nuovo singolo, “La ragazza del futuro“, non ha potuto rifiutare l’invito di Amadeus a cantare ’50 special’. Il brano portato al successo dai suoi Lunapop ha fatto scatenare.
Tra gli ospiti anche Martina Pigliapoco, carabiniera che ha salvato una donna dal suicidio, e Anna Valle. Quest’ultima una presenza che non ha lasciato nulla, se non la promozione della sua nuova fiction.
L’ansia dell’attesa è ricominciata in attesa della quarta serata dedicata alle cover dei brani scelti tra il meglio della produzione ’60-’70-’80-’90.
Classifica generale:
1. Mahmood e Blanco “Brividi”
2. Elisa “O forse sei tu”
3. Gianni Morandi “Apri tutte le porte”
4. Irama “Ovunque sarai”
5. Sangiovanni “Farfalle”
6 .Emma “Ogni volta è così”
7 .Massimo Ranieri “Lettera di là dal mare”
8. Fabrizio Moro “Sei tu”
9. La Rappresentante di Lista “Ciao ciao”
10. Dargen D’Amico “Dove si balla”
11. Michele Bravi “Inverno dei fiori”
12. Ditonellapiaga e Rettore “Chimica”
13. Aka 7even “Perfetta così”
14. Achille Lauro feat. Harlem Gospel Choir “Domenica”
15. Noemi “Ti amo non lo so dire”
16. Rkomi “Insuperabile”
17. Matteo Romano “Virale”
18. Iva Zanicchi “Voglio amarti”
19. Giovanni Truppi “Tuo padre, mia madre, Lucia”
20. Highsnob e Hu “Abbi cura di te”
21. Giusy Ferreri “Miele”
22. Le Vibrazioni “Tantissimo”
23. Yuman “Ora e qui”
24. Ana Mena “Duecentomila ore”
25. Tananai “Sesso occasionale”
Pubblicato anche su giuseppepanella.it
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Festival di Sanremo, dominano Mahmood e Blanco