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Festival di Sanremo 2022

Vincono Mahmood e Blanco, cosa resterà di questo Festival di Sanremo?

Tempo di lettura: 3 minuti

É finito Sanremo, evviva Sanremo.

Il Festival della canzone italiana ieri sera ha scritto il suo ultimo capitolo decretando la vittoria, quasi annunciata sin dal primo giorno, della coppia Mahmood e Blanco con ‘Brividi’.

Un primo posto assegnato dopo i “play-off”, tanto per usare un termine sportivo, davanti a Elisa (‘O forse sei tu’) e Gianni Morandi (‘Apri tutte le porte’).

Un podio che non ha sorpreso nessuno, considerando la qualità non elevata degli altri brani.

La mancanza di autori, che mostrano una carenza compositiva preoccupante, e di “ugole” che si preoccupino di essere piuttosto che apparire nei loro look improponibili, è un problema evidente.

Ogni brano presentato è palesemente infarcito di citazioni, di fonti d’ispirazione e di ritornelli presi a prestito.

Se criticare il Festival di Sanremo è diventato il secondo sport preferito dagli italiani, a dar ragione ad Amadeus sono i numeri.

L’edizione appena conclusasi ha battuto ogni precedente record di ascolto.

Merito va al mix vecchio/nuovo pensato e ottenuto dal direttore artistico, abile nel realizzare uno show, tale ormai va considerato, che fosse attrattivo per le nuove generazioni, quelle che affidano i propri ascolti a Spotify e YouTube. Tutto unito alla presenza di personaggi più o meno famosi del mondo della musica, del cinema e della televisione.

Anche in questo caso il Festival lascia qualche perplessità. A non molto è servita la presenza di nomi celebri che poco hanno dato all’intero spettacolo.

Ornella Muti e Lorena Cesarini verranno ricordate solo nelle pagine di Wikipedia per la loro partecipazione.

Stessa cosa non si può dire di Drusilla Foer, Maria Chiara Giannetta e Sabrina Ferilli. Queste ultime dotate di classe, ironia, profondità di pensiero, e professionalità, caratteristica che non guasta, hanno lasciato il segno impadronendosi del palcoscenico, diventando più che semplici “spalle” di Amadeus.

Sabrina Ferilli

L’attrice, presente ieri sera, ha aperto un quesito sulla opportunità di portare un monologo.

«Quando mi hanno contattata mi hanno detto che avrei potuto portare un monologo. Io non ne ho. Sono stati due anni molto duri e molti temi sono stati già stati toccati negli anni precedenti e anche quest’anno. Quindi mi sono detta “ma che cosa potrei dire, approfittando di questo spazio?».

Una scelta intelligente che non le ha impedito di affrontare il tema della famiglia, dell’inclusione, delle donne, della bellezza. Tutto con una semplicità fuori dal comune.

«Io sono qui per il mio lavoro, le mie scelte, la cosa migliore che mi poteva accompagnare su questo palco è la mia storia, credo che sia la cosa più bella che possa accompagnare le donne ovunque».

Un non monologo che ha parlato di tutto con leggerezza. E citando Italo Calvino,

«in tempi così pesanti bisogna planare sulle cose con un cuore senza macigni, la leggerezza non è superficialità»,

ha posto l’accento sulla opportunità di affrontare argomenti importanti in un contesto sbagliato. Chapeau.

Nel caso in cui ci fosse un Amadeus quater, il conduttore, che va stimato e apprezzato per la sua professionalità, avrà modo di riflettere sulle parole della Ferilli. Nonostante tutto, ieri sera, non è mancato il monologo serio. Il tema del cyber bullismo è stato affrontato da Marco Mengoni e Filippo Scotti.

La cultura è cibo per la mente

La nota conclusiva va fatta, comunque, all’importanza che ha avuto questa edizione del Festival di Sanremo.

Tra gli inevitabili punti negativi va sottolineato il ruolo svolto nel sottolineare quanto sia importante non trascurare gli spazi, i luoghi deputati alla cultura, perché la cultura è «cibo per la mente».

Classifica Generale:

1) Mahmood e Blanco: Brividi

2) Elisa: O forse sei tu

3) Gianni Morandi: Apri tutte le porte

4) Irama: Ovunque sarai

5) Sangiovanni: Farfalle

6) Emma: Ogni volta è così

7) La Rappresentante di Lista: Ciao ciao

8) Massimo Ranieri: Lettera di là dal mare

9) Dargen D’Amico: Dove si balla

10) Michele Bravi: Inverno dei fiori

11) Matteo Romano: Virale

12) Fabrizio Moro: Sei tu

13) Aka7even: Perfetta così

14) Achille Lauro con l’Harlem Gospel Choir:Domenica

15) Noemi: Ti amo non lo so dire

16) Ditonellapiaga con Donatella Rettore: Chimica

17) Rkomi: Insuperabile

18) Iva Zanicchi: Voglio amarti

19) Giovanni Truppi: Tuo padre, mia madre, Lucia

20) Highsnob e Hu: Abbi cura di te

21) Yuman: Ora e qui

22) Le Vibrazioni: Tantissimo

23) Giusy Ferreri: Miele

24) Ana Mena: Duecentomila ore

25) Tananai: Sesso occasionale

Premio della Critica Mia Martini:
1) Massimo Ranieri: Lettera di là dal mare
2) Giovanni Truppi: Tuo padre, mia madre, Lucia
3) Elisa: O forse sei tu

Premio della Sala Stampa Lucio Dalla:
1) Gianni Morandi: Apri tutte le porte
2) Elisa: O forse sei tu
3) Mahmood e Blanco: Brividi

Gli altri premi:

Premio Giancarlo Bigazzi per la miglior composizione musicale:
Elisa: O forse sei tu

Premio Sergio Bardotti per il migliore testo:
Fabrizio Moro: Sei tu

Pubblicato anche su giuseppepanella.it

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Scritto da

Giuseppe Panella è giornalista e critico musicale. Da sempre non limita i suoi interessi alla musica, scrivendo anche di teatro e di libri. Da circa venti anni è addetto stampa di alcuni festival, artisti e radio. Tra le sue collaborazioni quella con MusicalNews, Classic Rock, Vinile, Gazzetta del Sud, Il popolo del blues, Tutto Sud News e Muzi Kult. Nel 2011 ha contribuito con una scheda al libro "Da Mameli a Vasco. 150 canzoni che hanno unito gli italiani", curato da Maurizio Becker e pubblicato da Coniglio Editore. Nel 2011 e 2012 è stato direttore responsabile di Onda Calabra. Ha un suo blog (www.giuseppepanella.it)

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