Da sempre,
la serata delle cover proposta
dal Festival di Sanremo
è tutto questo.
Un momento in cui i cantanti in gara decidono di affrontare, razionalmente o senza pensare alle conseguenze, il confronto con brani di altri artisti. Spesso molti di questi appartengono alla storia della musica.
Il rischio di esporsi alle critiche è altissimo perché la linea di confine tra la cover e il karaoke è quasi invisibile.
Esistono due linee di pensiero nell’immaginare una cover: il rispetto dell’originale o la lettura personale del brano in questione. In entrambi i casi il rischio di essere “massacrati” dalla critica è sempre elevato, soprattutto, quando si sale sul “patibolo” del Teatro Ariston.
Il regolamento
Ogni cantante può essere supportato durante l’esibizione da un suo collega o da un musicista. Se la scelta della canzone da eseguire è difficile, altrettanto è decidere quale possa essere il partner ideale.
La storia sanremese ci ricorda il caso Morgan – Bugo. Stasera, seppur in maniera diversa il “delitto” si è ripetuto.
Gianluca Grignani in un colpo solo è riuscito a distruggere la sua immagine di cantante, già da diverso tempo traballante, la bellezza di ‘La mia storia tra le dita’, uno dei suoi brani più belli, e la performance di Irama.
A un certo punto dell’esibizione, quest’ultimo ha visto Grignani scendere in platea e perdersi tra la gente. Abbandonato il suo tentativo di seguirlo, ha continuato a cantare mentre il suo compagno d’avventura, presentatosi in evidente stato precario, veniva riaccompagnato sul palco. Purtroppo, oramai, il misfatto era compiuto.
Non l’unico “crimine” al quale si è assistito nella serata condotta magistralmente da Amadeus. Tutto si è svolto come da copione. Ana Mena/Rocco Hunt, Michele Bravi, D’Argen D’Amico e Tananai/Rosa Chemical, Giovanni Truppi/Vinicio Capossela/Mauro Pagani, Yuman/Rita Marcotulli, sono rimasti schiacciati dal peso delle canzoni scelte. Il confronto con Lucio Battisti, Fabrizio De Andrè, addirittura Frank Sinatra diventa impietoso.
Il fondo, però, è stato toccato da Giusy Ferreri
La cantante sarda, accompagnata da Andy dei Bluvertigo, alle prese con ‘Io vivrò senza te’, ha fornito una esecuzione indecorosa della canzone composta da Mogol/Battisti e portata inizialmente al successo da The Rokes nel 1968, non nel 1970 come detto da Amadeus.
Standing ovation dell’Ariston
A risollevare le sorti della serata Gianni Morandi e Jovanotti che, con una mossa furba, si sono cimentati in un medley di quattro canzoni pescate dal loro repertorio. ‘Occhi di ragazza’, ‘Un mondo d’amore’, ‘Ragazzo fortunato’ e ‘Penso positivo’ hanno fatto esplodere l’entusiasmo del pubblico che li ha salutati con una standing ovation, anticipando la vittoria finale.
Di rilievo anche le cover di Elisa, terza classificata, Mahmood e Blanco, secondi, Matteo Romano/MalikaAyane, Massimo Ranieri/Nek, e Aka 7ven/Arisa. Con loro anche Iva Zanicchi e la sua ottima interpretazione, introdotta da un video di Milva, di uno dei brani storici di Sanremo, ‘Canzone’ di Don Backy, stranamente non menzionato da Amadeus. Alla veneranda età di 82 anni, la Zanicchi ha dimostrato ancora di possedere una voce potente.
Immensa Loredana Bertè, della quale presenza ne ha approfittato un furbo Achille Lauro.
Tutto il resto è risultato gradevole, senza infamia e senza lode.
Non si può dire altrettanto di Lino Guanciale, lanciatosi in una esecuzione di ‘A hard day’s night’ dei Beatles da far invidia a tutti i giovani in gara.
Fuori luogo la presenza del dj Massimo Alberti, utile solo a presentare un programma di Amadeus che andrà in onda a settembre. Stessa cosa si può dire della discutibile possibilità di eseguire al festival della canzone italiana anche brani stranieri.
La nota finale va riservata alla seconda lezione impartita a Ornella Muti e Lorena Cesarini.
Maria Chiara Giannetta
L’attrice si è impadronita del palco con la sicurezza di una veterana, mostrando di saper essere divertente e sensibile, oltre che priva di alcun timore reverenziale. Esilarante il momento con Maurizio Lastrico, commovente il monologo sulla disabilità e sulla cecità. Una dimostrazione che il talento quando c’è non ha bisogno di atteggiarsi a star. E’ tangibile e si vede.
Stasera la serata finale e, a leggere bene le classifiche, sembra evidente su chi lotterà per aggiudicarsi la vittoria finale.
Classifica generale dopo la quarta serata:
1) Mahmood e Blanco: Brividi
2) Gianni Morandi: Apri tutte le porte
3) Elisa: O forse sei tu
4) Irama: Ovunque sarai
5) Sangiovanni: Farfalle
6) Emma: Ogni volta è così
7) La Rappresentante di Lista: Ciao ciao
8) Massimo Ranieri: Lettera di là dal mare
9) Fabrizio Moro: Sei tu
10) Michele Bravi: Inverno dei fiori
11) Achille Lauro con l’Harlem Gospel Choir:Domenica
12) Matteo Romano: Virale
13) Dargen D’Amico: Dove si balla
14) Aka7even: Perfetta così
15) Noemi: Ti amo non lo so dire
16) Ditonellapiaga con Donatella Rettore: Chimica
17) Iva Zanicchi: Voglio amarti
18) Giovanni Truppi: Tuo padre, mia madre, Lucia
19) Rkomi: Insuperabile
20) Le Vibrazioni: Tantissimo
21) Yuman: Ora e qui
22) Highsnob e Hu: Abbi cura di teHighsnob e Hu: Abbi cura di te
23) Giusy Ferreri: Miele
24) Ana Mena: Duecentomila ore
25) Tananai: Sesso occasionale
Classifica Serata Cover:
1) Gianni Morandi con Jovanotti e Mousse T: Medley (Occhi di ragazza/Un mondo d’amore/Un ragazzo fortunato/Penso positivo)
2) Mahmood e Blanco: Il cielo in una stanza
3) Elisa: What A Feeling
Pubblicato anche su giuseppepanella.it
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